martedì 2 agosto 2022

Angela Fresu, tre anni ancora da compiere, la più giovane vittima della Strage di Bologna del 2 agosto 1980


Il 2 agosto 1980, alle 10.25, un attentato di matrice eversiva nera ha sconvolto la città di Bologna e tutta Italia. Ancora oggi l’orologio che si affaccia sul piazzale della Stazione, luogo della strage, segna simbolicamente quell’ora. Eugenio Scalfari, il giorno dopo la strage di Bologna, scrisse: «Sin dall’inizio, un elemento era apparso chiaro: la strage portava il timbro tipico dell’attentato nero, del massacro indiscriminato che non ha altro obiettivo fuorché quello di destabilizzare la struttura civile del paese, esasperare gli animi, gettare nella confusione gli apparati dello Stato, diffondere disperazione e frustrazione» (Un demonio manovra questa follia, in «La Repubblica», 3 agosto 1980). 

Leo Valiani, grande italiano, in una lettera al già Governatore della Banca d’Italia Paolo Baffi, scrisse - dopo aver rievocato la Resistenza a fianco di Parri: «Tutti gli italiani onesti, desiderosi di poter lavorare tranquillamente, Le devono profonda riconoscenza. Che non la esprimano, è un altro discorso. La vita pubblica italiana conosce solo di rado la gratitudine. Ci sono poi i faziosi. Ma Dio non paga il sabato. Avrà visto che fine ha fatto il figlio d’uno di quei giudici. Se non l’avessero favorito, potrebbe essere ancora in vita e così le sue vittime. Pace ora all’anima sua» (Archivio Storico Banca d’Italia, Carte Baffi).
L’espressione di Valiani «se non l’avessero favorito» è legata alla gestione della Procura di Roma, dove Alessandro Alibrandi (nome di battaglia «Alì Babà») godeva di alte protezioni, da considerarsi di una gravità inaudita visto che i NAR assassinarono varie personalità dello Stato, magistrati e funzionari e agenti di polizia; per di più, secondo la sentenza definitiva della Corte di Cassazione del 23 novembre 1995, membri apicali dei NAR (Nuclei Armati Rivoluzionari, terroristi di destra) come Giuseppe Valerio Fioravanti, Francesca Mambro e Luigi Ciavardini furono gli esecutori della strage di Bologna del 2 agosto 1980 che causò la morte di 85 persone e più di 200 feriti, tra cui la piccola Angela Fresu, tre anni ancora da compiere. 
Il cadavere della madre di Angela, Maria Fresu, ventiquattro anni, non venne trovato. Solo alcuni mesi dopo fu rinvenuto un brandello del suo corpo sotto un treno. Probabilmente la donna si trovava in sala d’aspetto sopra la bomba che la disintegrò. Cfr. Emilio Marrese, «Io sopravvissuta alla bomba, quel boato mi tormenta ancora», in «La Repubblica», 2 agosto 2015. 

Bene ha fatto il Comune di Bologna a ricordare tutte le vittime con dei sanpietrini, anche sui social. Ad esempio, sulla pagina Instagram del Comune ci sono le targhe con tutti i nomi e l’età delle 81 vittime, colpevoli solo di essersi trovati nel posto sbagliato al momento sbagliato. Chiudo con una poesia di Roberto Roversi, Notizia: 

 Bologna 2 agosto ore 10.25 
 Senza un fiato di vento 
il cielo ha buttato 
 Un grido tremendo 
 Un sole nero corre per le strade 
 Io voglio provare i miei sentimenti come su una lastra di fuoco