Appena tornato dall'esilio svizzero, nel gennaio 1945, Luigi Einaudi venne nominato Governatore della Banca d'Italia. Nell'aprile 1945 lesse - con qualche momento di commozione per i caduti in guerra - la relazione sul 1943. Un passaggio decisivo è il seguente: “Le banche non sono fatte per pagare
stipendi ai loro impiegati o per chiudere il loro bilancio con un saldo utile,
ma devono raggiungere questi giusti fini soltanto col servire nel miglior modo
il pubblico”.
Come ha scritto Marco Vitale, "queste parole rappresentano una efficace sintesi
della concezione della banca come servizio, contrapposta a quella della banca
come puro centro di profitto e di affari, che è diventata dominante nei decenni
più recenti. È la stessa concezione che ha guidato altri grandi banchieri
italiani che hanno contribuito a dare al Paese un sistema bancario sano e
capace di sostenerne lo sviluppo: i Beneduce, i Menichella, i Mattioli, i
Cingano, gli Arcuti, i Dell’Amore, i Baffi ed i grandi economisti italiani che
si sono battuti per la concezione della Banca come servizio ed, in primo luogo,
Federico Caffè".
1. Purtroppo Amadeo P.
Giannini in Italia lo conoscono in pochi. Sono molti di più coloro che
conoscono Don Vito Corleone del Padrino, interpretato in maniera sublime da
Marlon Brando. Italiani mai grati verso i migliori. Il male fa più notizia del
bene.
Jorge Bergoglio con i suoi genitori |
3. I commercianti di frutta, come la famiglia
Giannini, guadagnavano più degli agricoltori: “Quando compri bene, hai già guadagnato”, veniva insegnato ad Amadeo, che ne fece tesoro. Sono le stesse considerazioni che fece Leonardo Del Vecchio - cresciuto da orfano ai Martinitt - che nega il suo denaro per l’acquisizione da parte di Tronchetti Provera di Telecom Italia - a
debito - a prezzi di affezione: qui un botta e risposta tra il sottoscritto e Pirelli-Telecom;
4. Quando a Giannini il consiglio di amministrazione
della Bank of Italy propone un premio di 50mila dollari, Giannini rifiuta
affermando che “chiunque desiderasse possedere più di mezzo milione di dollari,
avrebbe docuto correre dallo psichiatra”. Nel libro “L’arte della mercatura” di Benedetto Cotrugli, mercante raguseo (di Ragusa, attuale Dubrovnik) del 1400, si legge che l’attività del
mercante giova al bene comune e, per avere successo, deve esercitarsi
nell’ambito rigoroso di uno stile di vita caratterizzato dalle virtù che sono
proprie anche dei dettami della morale religiosa, della quale Cotrugli è sicuro
conoscitore: operosità, frugalità, prudenza, onestà, moderazione, generosità.
Fine dell’attività del mercante è di “acquistare con honore”. Quello che vale
per i mercanti, vale anche per i banchieri.
5. Il banchiere Giannini appoggia la campagna
elettorale di James Phelan, brillante avvocato leader nella lotta alla
corruzione. E’ un bene che i banchieri si occupino della società, non devono
candidarsi, ma devono lavorare per una migliore civile convivenza (così in una lettera di Paolo Baffi a Giorgio Bocca del 1979, dopo i funerali, molto diversi, di Giorgio Ambrosoli e Antonio Varisco).
6. Giannini frequenta personalità e
protagonisti più interessanti dell’epoca, come Federico II di Svevia. Cenacoli
culturali. Brain storming molto utile. Il banchiere della Comit Raffaele Mattioli soleva dire: "Perchè dovrei pagare delle persone che la pensano come me?". La valenza del dissenso intelligente.
7. 17 ottobre 1904 aprono gli sportelli della
Bank of Italy, con un principio cardine, la banca presta atutti coloro che sono
onesti e hanno un progetto valido. Merito di credito, anche per gli emigrati
volenterosi e capaci che non avevano garanzie. Giannini si scontra alla
Columbus Saving & Loans ed esce dalla compagine azionaria (ereditata).
Yunus, il banchiere dei poveri, premio Nobel, non ha inventato nulla. Si
devono chiedere referenze alla comunità di appartenenza del soggetto
imprenditore.”Giannini esaminava ogni richiesta, valutandola personalmente e
dedicando a queste attività gran parte
del suo tempo” (p. 96).
8. “Il prestito è garantito dalla parola di
chi lo riceve e come garanzia valgono i calli delle mani (p. 89). Inoltre, a
nessun funzionario o dirigente sarà permesso di prendere a prestito un solo
centesimo. Altro che debitori di riferimento!
9. “Nessuno di noi speculerà mai sul mercato
azionario. Ci dedicheremo solo all’attività bancaria”. Conta la gestione
caratteristica. Sana e prudente gestione, massima aurea.
10. 18 aprile 1906: terremoto biblico in California. Dopo
soli 6 giorni Bank of Italy riapre, Giannini esce con il carretto per prestare
a chi conosce di persona. Esce lui! Grande esempio, anche oggi.
11. Giannini finanzia Charlie Chaplin, così come Walt Disney. Come
Raffaele Mattioli con Enrico Mattei e l’Agip.
12. Giannini al termine della carriera si
autoridusse lo stipendio (p. 161). Come Donato Menichella. Il figlio Vincenzo
Il figlio Vincenzo ricorderà, anche con ironia, le numerose volte in cui il
padre aveva chiesto per sé l’autoriduzione dello stipendio: «Mio padre era uno
“specialista dell’autoriduzione”. Autoridusse il suo stipendio nell’anteguerra
a meno della metà. Non ritirò, quando fu reintegrato all’IRI, due anni e mezzo
di stipendio; al presidente Paratore rispose: “Dall’ottobre 1943 al febbraio
1946 non ho lavorato!”. Fissò il suo stipendio nel dopoguerra a meno della metà
di quanto gli veniva proposto; lo mantenne sempre basso. Se il
decoro del grado
si misura dallo stipendio, agì in modo spudoratamente indecoroso! Il 23 gennaio
1966, al compimento del settantesimo anno, chiese ed ottenne che gli
riducessero il trattamento di quiescenza, praticamente alla metà,
giustificandosi così: “Ho verificato che da pensionato mi servono molti meno
danari!”. Ai figli ha lasciato un opuscolo dal titolo: “Come è che non sono
diventato ricco”, documentandoci, con atti e lettere, queste ed altre rinunce a
posti, prebende e cariche. Voleva giustificarsi con noi: “Vedete, i denari non
me li sono spesi con le donne; non ci sono, e perciò non li trovate, perché non
li ho mai presi!”. Mia madre (gli voleva molto bene) ha sempre accettato, sia
pure con rassegnazione, tali sue peregrine iniziative (anche quando dovemmo
venderci la casa e consumare l’eredità di lei); però ogni tanto ci faceva un
gesto toccandosi la testa, come a dire: “Quest’uomo non è onesto, è da
interdire”, poi sorrideva e si capiva che era orgogliosa di lui».
Donato Menichella |
13. “Prima di decidere, rifletti”, chi compra
azioni od obbligazioni deve fare attenzione, studiare i numeri, i bilanci delle aziende. No ai paternalismi. “Il denaro non si crea con l’astuzia, ma prima con il lavoro e
poi con la saggezza”, diceva Giannini. “Tocca all’investitore indagare sulle
offerte” (ma chi ha voglia di leggere i prospetti informativi?), senza farsi prendere dall’avidità (p. 167). Urge informarsi, studiare, dotare i cittadini dei rudimenti dell'educazione finanziaria.
14. Giannini: politica del “give back”, con i
suoi soldi costruita la Giannini Hall, sede della Fondazione Giannini di
Economia Agraria - all'interno di Berkeley University, per finanziare ricerche, insegnamento e formazione di
laureati in tale disciplina.
Grazie a Guido Crapanzano che ci ha ricordato questo grande banchiere di origini italiane.