Uno dei personaggi più squallidi della politica italiana è senz'altro Roberto Formigoni, per vent'anni dominus incontrastato della Regione Lombardia. Ciellino fin da adolescente, il "Celeste" ha utilizzato il pensiero di Don Giussani - a cui verrà intitolata anche la fermata Solari della prossima M4 milanese - a fini strumentali, per arraffare vantaggi patrimoniali, quantificati dai giudici in oltre 6 milioni di euro. Parlare di Gesù ed andare in yacht a spese dei contribuenti è insuperabile.
Senza essere soci della Compagnia della Opere, alias Cdo, la "lobby di Dio", in molte società partecipate della Regione Lombardia non si lavora, ancora oggi. E' deprimente, ma è così.
Formigoni aveva un conto corrente alla Banca Popolare di Sondrio che funzionava solo nella sezione avere. Non aveva uscite, sono entrate. E come faceva a vivere? Boh, Formigoni ai giudici non è riuscito a spiegarlo. Vale la pena citare la testimonianza del ristoratore Claudio Sadler al processo: «Pagava sempre Daccò anche quando Formigoni veniva da solo. Avevamo ricevuto personalmente da Daccò la disposizione che i conti del presidente fossero a suo carico. Formigoni, anche quando veniva senza Daccò, non si preoccupava affatto del conto e, una volta finita la cena, andava via. Ringraziava e andava senza neppure chiedere quale fosse l’importo. Ordinava peraltro con libertà, bevendo solo champagne del quale è particolarmente appassionato».
A Repubblica, che per anni riportava le storie delle sue vacanze, pagate dai suoi sodali Daccò e Simone (che potevano promettere al mondo della sanità privata ingenti rimborsi nelle prestazioni non tariffabili), il senatore - ancora oggi presidente della Commissione Agricoltura (ma cosa ne sa quest'uomo di agricoltura?) - rispondeva che si trattava di "riciclo di immondizia". La settimana scorsa Sebastiano Messina ha scritto con ironia: "L'uomo che non volle mai rispondere alle cinque domande di Repubblica sui regali del faccendiere Daccò è stato condannato per aver abusato del suo potere . Le risposte che lui non volle dare nel 2012 sono arrivate, cinque anni dopo, nella sentenza di un Tribunale. E a quella che lui chiamava "immondizia", i giudici hanno dato un altro nome: corruzione".
Delle oltre 600 pagine della sentenza di primo grado mi hanno colpito due termini ormai desueti. Formigoni ha abusato del suo potere "in modo callido e spregiudicato, per fini smaccatamente di lucro".
La callidità è quell'astuzia che viene allenata dall'esperienza; callido è l'ingegnoso segreto del vecchio liutaio nella scelta del legno per un violino, callido il tono emozionante e divertente con cui parla il professore che in decenni ha forgiato il suo metodo per far passare la materia.
Corrado Augias ricorda come nel passato callido era Ulisse, un campione di astuzia: "La callidità è una furbizia allenata e consolidate dall'esperienza, chi è davvero callido infatti non lo dà tanto a vedere". Viceversa Formigoni con quelle giacche color aragosta si faceva vedere eccome. Chi non ricorda l'imitazione di Crozza?
Formigoni ostentava alla grande fino a essere pacchiano. Sdraiato sui divani all'ultimo piano di Palazzo Lombardia, come un pascià. Tanto l'arredamento lo pagano i contribuenti lombardi. Si può certamente parlare di spudoratezza, di chi si sente protetto e dopo lustra di potere non vede limiti alle sue licenze.
Come si fa a proclamarsi vergine, a essre un devote di Memores Domini e rotolarsi nel lusso delle barche e delle ville in Sardegna? Come scrive Augias "Gesù su quegli yacht non ci avrebbe nemmeno messo piede, men che mai con una giacca color aragosta".
Sempre i magistrati di Milano hanno definito Formigoni "pervicace", che il dizionario Treccani definisce "che non si lascia convincere, che rimane ostinatamente fermo nelle proprie convinzioni, anche errate, o nel proprio atteggiamento e comportamento". L'ostinazionazione cieca, così come le urla al desk Alitalia (ve le ricordate?). Il potere nella sua arroganza massima.
Aspettiamo il secondo grado e la Cassazione, con calma. Finirà anche la legislatura, così Formigoni non sarà più protetto galle garanzie dei parlamentari.
Tra i tanti che si sono fatti abbindolare da Formigoni c'è qualcuno che vuole fare mea culpa?