In un post del 2010, quando ancora il blog era per iniziati – vedi post Modigliani, Baffi e Tarantelli - ripresi la testimonianza del premio Nobel Modigliani: “Tarantelli venne ucciso perchè, con coraggio, diceva la verità sulle aberrazioni della scala mobile e del punto unico. Fu lui, con me, a lanciare l’idea dell’inflazione programmata e della contrattazione tra le parti sociali, basandosi sul modello che comincia contrattando il salario nominale, sulla base di un obiettivo per l’inflazione futura...Quella strada si concluse nel 1993, quando finalmente anche la CGIL, grazie al lavoro di Carlo Azeglio Ciampi, accetta il principio di negoziare il salario nominale”.
Ermanno Rea nello splendido “L’ultima lezione” (Einaudi, 1992) scrive: “In luglio 1984 il Pci avvia le procedure per il referendum sulla scala mobile: In ottobre la Camera, dopo aver discusso le conclusioni dell’inchiesta sul caso Sindona, boccia una mozione radicale in cui si chiedono le dimissioni di Giulio Andreotti, accusato di aver sostenuto oltre ogni decenza il bancarottiere siciliano....In dicembre un’ennesima strage insanguina l’Italia: due esplosioni sventrano il treno 904 in galleria tra Firenze e Bologna. Quindici i morti; oltre cento i feriti. Il 27 marzo dell’anno successivo, il 1985, le Brigate Rosse ammazzano Ezio Tarantelli: quasi sotto gli occhi di Caffè.
E’ una mattina sfolgorante. Sulla ripida scalinata di accesso alla facoltà di Economia e commercio marzo è di tepore irresistibile, tanto è vero che non si contano i giovani corpi discesi al sole, qualche libro per cuscino sotto la nuca. La raffica fa sobbalzare tutti: è un rumore attutito ma inconfondibile anche per le orecchie di chi non ha mai sentito, se non al cinema, crepitare un’arma da fuoco automatica. Si odono delle grida....In una Citroen rossa, la testa inondata di sangue, un uomo giace col busto riverso sul sedile accanto a quello di guida sul quale ha preso posto. E’ stato il facile bersaglio di uno sconosciuto che imbracciava una mitraglietta Scorpion e che prima di colpirlo lo ha chiamato per nome: “Professor Tarantelli!””.
Ezio Tarantelli |
In una lettera che Tarantelli scrisse a Modigliani nel 1983 si legge: “...Ma non ho alcuna intenzione di cambiare linea. Costi quel che costi ai miei rapporti con il sindacato e fuori”. Sembra di leggere Giorgio Ambrosoli nella lettera alla moglie Annalori, quando scrive: “E’ indubbio che, in ogni caso, pagherò a molto caro prezzo l’incarico: lo sapevo prima di accettarlo e quindi non mi lamento affatto perché per me è stata un’occasione unica di fare qualcosa per il paese. Ricordi i giorni dell’Umi (Unione Monarchica Italiana, ndr) , le speranze mai realizzate di far politica per il paese e non per i partiti: ebbene, a quarant’anni, di colpo, ho fatto politica e in nome dello Stato e non per un partito.[…] Qualunque cosa succeda, comunque, tu sai che cosa devi fare e sono certo saprai fare benissimo. Dovrai tu allevare i ragazzi e crescerli nel rispetto di quei valori nei quali noi abbiamo creduto [... ] Abbiano coscienza dei loro doveri verso se stessi, verso la famiglia nel senso trascendente che io ho, verso il paese, si chiami Italia o si chiami Europa”.
In un recente intervento del Governatore Mario Draghi leggiamo: “Le ripercussioni di shock esogeni di prezzo sulle economie dei paesi dell’area sono oggi molto contenute: gli aumenti del prezzo del petrolio tra il 2007 e il 2008 sono stati di entità comparabile, in termini reali, con quelli della fine degli anni Settanta, ma hanno generato un rialzo una tantum dei prezzi al consumo inferiore ai due punti percentuali, che non si è radicato in inflazione, diversamente da quel che in passato era successo in diversi paesi dell’area. Secondo nostre valutazioni, rispetto al decennio Settanta l’effetto inflazionistico in Italia di uno shock di questo tipo si è ridotto a un decimo. Vi hanno certo contribuito cambiamenti strutturali nei processi produttivi, ma la credibilità acquisita dalla politica monetaria e le modifiche che ne sono discese nelle modalità di determinazione di prezzi e salari hanno svolto un ruolo cruciale”.
E’ un omaggio postumo alle idee di Ezio Tarantelli, grazie al quale anche in Italia è stata sconfitta la spirale prezzi-salari.
Ezio Tarantelli, Massimo D’Antona, Marco Biagi. Ma in quale Paese al mondo i giuslavoristi e gli economisti del lavoro vengono ammazzati o devono viaggiare sotto scorta, come l'autorevole Pietro Ichino?
Ah dimenticavo. Una delle massime folgoranti di Ezio Tarantelli era: "L'utopia dei deboli è la paura dei forti". Tenere a mente.