lunedì 14 febbraio 2011

Mia zia Milli, Gesù e la regola del value first

Sono molto affezionato a mia zia Milli. Milli è una persona meravigliosa, generosa, che mi ha riempito di amore. E continua a circondarmi di affetto.

Milli è una grandissima cuoca. La sua casa è sempre piena di ospiti e amici. Spesso internazionali perchè Milli è cittadina del mondo e ha contatti everywhere. E' conosciuta per le sue abilità culinarie. Molti commensali, prima di andare via, prendono nota dei segreti della sua cucina.

Quando mio padre si ammalò, Milli venne tutti i sabati a cucinare il pesce a casa nostra, come dimostrazione di vicinanza e affetto profondo.
Da frequentatrice degli Stati Uniti, Milli segue il mantra “Garbage in, garbage out”, per cui la materia prima deve essere di prima qualità, altrimenti neanche il cuoco migliore del mondo può dare il suo contributo.

Abbiategrasso
Milli – che risiede ad Abbiategrasso – viene a Milano apposta per comprare le migliori materie prime, ognuna in un luogo diverso. Per il pesce, l’indirizzo obbligatorio è la Pescheria Spadari, dove da 70 anni c’è il pesce più fresco di Milano.

Milli – un giorno – mi ha spiegato il suo approccio: “Ogni volta che vado in Via Spadari, il giorno prima preparo una piccola torta per la persona – sempre la stessa – che mi serve al banco. Così sono sicura che mi darà il meglio del giorno. Infatti non ho mai preso fregature”.

Solo dopo molto tempo ho capito la profondità del pensiero di Milli. Se non sei disposto prima a dare e solo poi a ricevere, non andrai da nessuna parte. Un grandissimo uomo di marketing, Jeffrey Gitomer – si definisce a creative, on-the-edge, writer and speaker with expertise on sales, customer loyalty, and personal development – nel suo meraviglioso Little Black Book of Connections spiega con chiarezza la regola del Value First. Non inventa nulla, ma spiega con chiarezza: “By giving value first, I have created a base of connections, and a a basis for wealth. And so can you, if you’re willing to give away before you get it”.

Il grande psicologo statunitense Robert Cialdini nel suo imprescindibile Le armi della persuasione (Giunti, 1995) scrive: “Una delle più potenti armi della persuasione è la regola del contraccambio. La regola dice che dobbiamo contraccambiare quello che un altro ci ha dato. Do ut des...In virtù della regola della reciprocità, quindi, siamo obbligati a ripagare favori, regali, inviti. E’ così tipico il fatto che ricevendo cose del genere ci si senta in debito, che “obbligato” è diventato sinonimo di “grazie” in moltissime lingue”.

Milli è una raffinata esegeta dei testi biblici. Le farà sicuramente piacere la citazione di Gesù in occasione del discorso della montagna. Dal Vangelo di Luca (6,38); “Ma io dico a voi che mi ascoltate: Amate i vostri nemici; fate del bene a quelli che vi odiano; benedite quelli che vi maledicono; pregate per i vostri calunniatori. A chi ti percuote su una guancia, porgi anche l'altra. A chi ti porta via il mantello, non impedirgli di prendere anche la veste. Date e vi sarà dato; anzi a chi ti toglie il tuo, non lo richiedere. E come volete che gli uomini facciano a voi, così fate voi a loro”.

Fondamentale è anticipare. Prima bisogna dare, Value First, poi si può chiedere.

Milli, sei un mito, avevi già capito tutto!

2 commenti:

  1. Pensa che conosco molti che, invece, si affidano al buon vecchio "chiagne e fotte" (e "fotte" è da intendersi, anche ma non solo, in senso letterale...): a detta loro funziona benissimo, soprattutto quando l'interlocutrice è la zia Milli di turno... "Ahi serva Italia, di dolore ostello, nave senza nocchiere in gran tempesta, non donna di provincie, ma bordello!"

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  2. Bello il concetto di Value First, interessante.. Però è evidente che non può valere per tutti: se c'è qualcuno che dà prima di ricevere, evidentemente ci sarà qualcuno che riceve prima di dare... è matematico..

    Non mi trovo però completamente d'accordo con il concetto di "do ut des".. Cioè, è evidente che in una relazione contrattuale c'è uno scambio di beni o denaro, ed in questo caso per poter avere qualcosa bisogna necessariamente versare il giusto valore (se compriamo prodotti cinesi ad un decimo del loro costo di produzione, poi non possiamo lamentarci che questi si rompano dopo il primo utilizzo)..

    Però, quando si parla di relazioni umane, credo sia sbagliato il concetto di do ut des.. In amore (ma anche nelle amicizie) non c'è spazio per un tale atteggiamento: ogni gesto, ogni regalo rende felice tanto chi lo riceve quanto chi lo dona, per questo non c'è nessun bisogno di ricambiare.. Il problema è che poca gente si comporta in questo modo, e in pochi conoscono davvero il piacere di donare..
    Tra l'altro questo post cade proprio il giorno di S. Valentino: amare qualcuno (quindi donargli affetto) rende felice di per se, non è un gesto che attende di essere ricambiato... L'amore è gratuito, ma troppo spesso, ultimamente, la gente sembra dimenticarsene...

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