Francesco Giavazzi e Giorgio Barbieri nel loro ultimo "I signori del tempo perso" (Longanesi, 2017) scrivono: "Liberalizzare (nel nostro caso possiamo scrivere 'affidare una concessione di un servizio in base ad una gara pubblica') significa toccare interessi, categorie, posizioni acquisite. Il problema è che la politica vive di consenso e un politico difficilmente si gioca il consenso di oggi in cambio di quello che potrebbe ottenere domani. Perché la perdita di consenso nell'immediato è certa, mentre i benefici futuri devono attendere. Ci vuole del tempo perché la maggioranza dei cittadini capisca i benefici di cui godrà grazie alla riduzione delle rendite".
Sentiamo la viva voce di
Luca Stanzione, segretario generale Filt-Cgil di Milano: “Abbiamo elementi
oggettivi per essere molto preoccupati. Chiediamo l’unicità dei servizi della
mobilità a Milano a garanzia della qualità del lavoro e del trasporto pubblico.
L’unico modo senzo noi è lanciare una gara con un lotto unico che includa il
trasporto pubblico locale e i servizi accessori”. Oh, che bello il lotto unico!
In tal modo si presenta solo Atm e vince. A mani basse perchè i competitor
internazionali si presentano solo in presenza dello spezzettamento dei lotti,
come prescrive l’Unione Europea.
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Marco Ponti |
Marco Ponti, già professore di Economia applicata al Politecnico di Milano, uno dei maggiori esperti di trasporti in Italia, scrive su Arcipelago Milano:
"Perché occorrerebbe una gara, quando ATM è continuamente
descritta come un mostro di efficienza? Viviamo già nel migliore dei mondi
possibili, e il dettaglio che ATM costi ai contribuenti un milione al giorno è
trascurabile, il comune di Milano è ricco sfondato (...) Ma forse qualche rischio c’è, meglio stare sul sicuro ancora
di più, ci sono certi barbari stranieri che per farci dispetto forse sarebbero
disposti persino
a chiedere al Comune, cioè ai contribuenti, meno soldi per fare il servizio. Ci possono certo essere
ostacoli normativi di origine europea che costringono a fare queste fastidiose
gare, ma cosa possono questi burocrati di fronte alla ferma e concorde volontà
politica degli enti locali di tenersi ben strette fonti di "voto di
scambio" con sindacati e fornitori, e posti ben retribuiti nei CdA a fine
carriera?"
Dal momento della
nascita, l’attività dell'autorità Antitrust italiana, come scrive Michele Polo sulla voce.info, “si è sviluppata con accelerazioni e momenti di difficoltà,
in un sistema economico che tuttavia, soprattutto nei grandi comparti dei
servizi, dimostrava tutta la sua estraneità alla logica della concorrenza,
facendo dire a uno dei primi presidenti dell’Agcm di una faticosa azione “di
profeti in terra di infedeli”.
Prosegue Polo – ordinario
di economia politica in Bocconi: “Assieme a questo passaggio importante,
durante l’ultimo decennio dello scorso secolo, l’Unione europea ha promosso la
liberalizzazione di alcuni grandi settori di pubblica utilità. La logica
sottostante era basata sulla scomposizione
verticale dei diversi segmenti, tra quelli che per loro natura erano
monopoli naturali, tipicamente le grandi infrastrutture di trasporto dei
servizi”.
In Italia la concorrenza
ci piace solo quando sono gli altri a doverla applicare. Ma se la concorrenza
non c’è il monopolista può far pagare il servizio al cittadino, che non ha armi
per difendersi. E spesso il costo del servizio è alto.
Perchè scioperate il 5
aprile, chiede Ilaria Carra di Repubblica al sindacalista Stanzione. Risposta: “Perchè
nell’immediato venga prorogato il contratto di servizio di Atm”. Bene, il
sindacato si oppone alle norme europee. Buono a sapersi.
Ha ragione Michele Polo,
la concorrenza porta vantaggi ai consumatori, che devono farsi sentire e dire
ai sindacati che vivono nel mondo di utopia: “Le critiche alla globalizzazione,
la mancata difesa delle fasce sociali che hanno sofferto nei grandi processi di
redistribuzione delle produzioni e della ricchezza, non può far dimenticare
come queste stesse categorie sociali sono state tra quelle che maggiormente
hanno beneficiato, come consumatori a basso reddito, dei progressi del
commercio internazionale e della concorrenza”.
Se il biglietto del tram costasse in trasparenza - come a Londra - 3 euro a corsa (invece che 1 euro e mezzo pagati dal cittadino direttamente e 1 euro e mezzo indirettamente attraverso la fiscalità generale che sussidia il servizio tramite trasferimenti dal centro alle municipalizzate, con passaggi in Regioni e Comuni per rendere il tutto ancora più opaco), il cittadino sarebbe molto interessato ad avere un competitor che offre ai cittadini lo stesso servizio, per dire, a 2 euro. Fino a che il biglietto costerà poco e sotto il prezzo industriale, sarà buon gioco dei concessionari proclamare scioperi, invocare fantasie inesistenti, blaterare contro le gare pubbliche (che magari li costringerebbero a una maggiore produttività), che grazie all'Unione Europea (non abbiamo festeggiato a Roma i 60 anni? Passata la festa, gabbato lo santo?) ci costringono a cose che fanno il bene dei consumatori.
Ricevo e pubblico:
RispondiEliminal'Italia è un paese povero, anche di stimoli, di iniziative, di intraprendenza. Il marasma del sistema pubblico demotiva, crea incertezze. Chi ha qualcosa cerca di tenerselo stretto.
La ricerca delle deep causes, su cui è incentrato l'intero mio corso, pone chiaremanete in evidenza il timore di non essere in grado di far fornte a una più capace concorenza internazionale. Le deep cause non servono a giustificare ma a cercare la diagnosi. Senza comprendere il male in profondità la terapia sarà inefficace.
Quindi, posso comprendere le reali ragioni dello sciopero dei dipendenti ATM. La paura di non farcela, di perdere qualcosa o molto. La loro è la ribellione dei più deboli, di coloro che sono in fondo alla scala e sui quali si abbattono le decisioni assunte da chi è in alto, in condizoni economiche e sociali. molto diverse. Uno dei tanti mali italiani è la mania di grandezza. Mi torna alla mente il precedente Ad delle Ferrovie che spendeva e spandeva per le super frecce rosse lasciando che l'intero servizio locale si arrangiasse.
Qualcuno diceva che gli italiani fanno i Grandi di Spagna ma con le toppe sul sedere.
Il punzecchiatore.
Caro punzecchiatore,di "professori" come lei l'Italia è piena e visto che a lei il marasma non piace,la invito a trasferirsi in un altro paese dove le deep causes sono diverse.A noi farebbe immensamente piacere se con le sue somme conoscenze contribuisse alla crescita di un altro paese,purché non sia l'Italia.Vede,gli operai che le sembra denigrare nel suo commento,sono il motore di ogni azienda.Le ricordo inoltre se già non lo sapesse,che l'art.1 della costruzione cita testualmente che l'Italia è una democrazia fondata sul lavoro,per cui chi sciopera per mantenere ormai quei pochi posti di lavoro in Italia ,ha molta più dignità di chi fa corsi sulla deep causes.La invito formalmente a farsi la cosiddetta gavetta,l'umiltà è indispensabile per chi vuole insegnare.
EliminaEvidentemente chi scrive questo articolo e chi ha commentato è palesemente ignorante e frustrato.Atm è un'azienda pubblica di Milano del comune e dei milanesi con 86 anni di storia.Con utili pari a 40 milioni di euro solo nel 2016.Fa invidia in tutta Italia e in Europa.Mi fate pena voi che scrivete certi articoli...pensatori liberisti della domenica.Il bene pubblico è di tutti...la liberalizzazione e la globalizzazione hanno rovinato il mondo del lavoro con salari bassi e meno diritti.Chi scrive questo articolo di sicuro non ha mai scioperato per i propri diritti...forse i diritti non li ha mai avuti.Ho letto alcuni suoi articoli sugli scioperi scritti da lei...ho capito che la frustrazione porta anche alla non informazione.Prima di scrivere un articolo lei dovrebbe informarsi visto che dovrebbe fare informazione,perché lei oltre a non scioperare nella sua vita,non è capace di fare il suo mestiere,che secondo me è molto peggio che scioperare per i propri diritti.
RispondiEliminaCaro Biker, lo sciopero è legittimo, le motivazioni sono ridicole, opporsi alla gara europea danneggiando i consumatori che potrebbero pagare meno un servizio di trasporto.
RispondiEliminaAtm fa 40 milioni di utili quindi è formidabile è una tesi che fa acqua da tutte le parti.
Così mi ha scritto Marco Ponti:
I risultati finanziari di ATM sono come quelli delle ferrovie, cioè privi di senso economico. Dipendono STRETTAMENTE dal livello dei sussidi pubblici che ricevono, che sono comunque altissimi ed arbitrari (un milione al giorno, e i confronti con l'Europa sono fatti solo con che fa peggio, cioè sono di fonte ATM). Arbitrari: perché non il doppio o la metà'? Nessuno ha mai risposto a questa domanda.
Più vergognoso ancora che Rota parli di soldi propri per gli investimenti: ovviamente dipendono ancora dai "profitti" (fasulli) che quei sussidi gli hanno consentito di fare.
Il peggio sarebbe che le riserve di ATM fossero usate per vincere la gara: soldi pubblici per evitare la concorrenza, come sempre...