lunedì 15 febbraio 2016

Il grillismo è morto, lo diceva già Norberto Bobbio sessanta anni fa criticando l'iperdemocrazia

Le prossime elezioni comunali di giugno a Milano, Torino, Roma, Bologna e Napoli saranno molto interessanti. Potranno darci utili indicazioni sul polso dell'elettorato, gravato da sette lunghi anni di crisi economica, che sembra finita.
La ripresa è fragile (+0,7% il consuntivo della crescita del Pil nel 2015) e a macchia di leopardo; i mercati finanziari mondiali bastonando le banche renderanno ancor più difficile l'accesso al credito in questo complesso 2016.

Il politologo Roberto D'Alimonte, uno dei più grandi esperti di flussi elettorali, invita ad osservare con attenzione come si comporterà il popolo grillino (Movimento 5 Stelle), soprattutto nel caso del ballottaggio, che - come noto - avviene se il sindaco indicato dalla coalizione vincente non supera il 50% dei voti effettivi.

Sarà quindi curioso vedere come si comporteranno gli elettori del M5s, trasversali, che raccolgono consensi da tutto l'arco politico. D'Alimonte spiega così: "La ragione principale di questo successo sta nel fatto che è il M5s è il vero partito della nazione. Un partito traversale, né di destra né di sinistra. È sopra e oltre, come dice Grillo. In realtà su molti temi, dalle unioni civili alle tasse, all’immigrazione i suoi elettori si collocano a metà strada tra destra e sinistra. Ma soprattutto non ha rivali sulla lotta ai costi della politica e alla corruzione. Su questi temi è considerato di gran lunga più credibile di qualunque altro partito, compreso il Pd. E questi sono temi trasversali per eccellenza che continuano ad alimentare la rabbia contro la casta e una domanda di cambiamento radicale. Da qui la popolarità del vero partito anti-casta. Ma il M5s è anche il partito del reddito di cittadinanza e degli aiuti alle piccole imprese. Una formula efficace che accentua il suo messaggio di essere un partito capace di andare oltre la tradizionale dicotomia destra-sinistra. Ecco perché tanti elettori dei partiti di destra sono disposti a votare Di Maio, come seconda scelta, in un eventuale ballottaggio con Renzi".

Personalmente credo che l'elettorato del Movimento, quando si tratterà di scegliere il salto nel buio o un candidato di destra o di sinistra, sceglierà il secondo.
 Già in passato abbiamo criticato il M5s - vedasi post - I grillini sono inscalfibili nelle loro certezze, come Mile Bongiorno nella Fenomenologia di Umberto Eco - , populista, becero, formato da persone impreparate, che, spesso, nella vita precedente all'elezione, non hanno combinato alcunchè.

La prova provata di questa affermazione è il candidato del Movimento a sindaco di Milano, Patrizia Bedori, non laureata, senza lavoro, nessuna esperienza significativa alle spalle, che è risultata votata da 60 attivisti (che numeri!) e quindi candidata a Palazzo Marino.

Norberto Bobbio, uno dei maggiori intellettuali del secolo scorso, può aiutarci. In una discussione serrata con Aldo Capitini, Bobbio contestò alla radice la fattibilità di una democrazia diretta - obiettivo massimo del M5s - vale a dire il potere di tutti "attraverso la discussione e la decisione in gruppi ristretti".
Bobbio proseguiva così: "Chi organizza piccoli gruppi non lo fa per farli discutere o per sentire che cosa pensano, ma per indottrinarli. D'altra parte senza una dose di indottrinamento o di propaganda o peggio ancora di manipolazione non è possibile giungere a soluzioni non dico unanimi ma per lo meno maggioritarie e senza soluzioni maggioritarie non si può decider nulla".

Come ha scritto Paolo Bonetti in un bel volume - Breve storia del liberalismo di sinistra. Da Gobetti a Bobbio, Liberilibri, 2014 - "Bobbio non negava l'importanza della discussione dal basso, ma scorgeva chiaramente il pericolo, in questa iperdemocrazia agitata da innumerevoli gruppi e travagliata da interminabili discussion e contestazioni, di precipitare non solo nella paralisi deliberativa, ma in un confuse pullulare di istanze settoriali e personali per la "natural tendenza di ciascuno a mettere innanzi solo i propri interessi particolari".
Norberto Bobbio
Per Bobbio il grande limite della democrazia diretta è il particolarismo. Nella conclusione alla discussione epistolare con Capitini, Bobbio scrive: "Un potere è tanto più razionale quanto più è fondato su una conoscenza precisa dei problemi da risolvere. Un potere non è razionale solo perchè è di tutti. Non è razionale neppure presupponendo che tutti siano ragionevoli. Non basta essere ragionevoli, occorre anche conoscere come stanno le cose per non chiedere soluzioni impossibili e contraddittorie".

E' proprio questo che ci preoccupa. La mancanza totale di conoscenza dei problemi da parte dei vari Di Maio, Fico, Di Battista. I comici come Beppe Grillo facciano i comici.

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