martedì 27 settembre 2011

Appunti da New York: l'esempio di Bryant Park per risorgere

Sono di ritorno da New York dove ho visto una città magnifica, aperta, focalizzata a reagire, a contrastare con decisione il calo dell’attività economica mondiale.

New York ha la fantastica capacità di abbinare la competition esasperata con la cooperation che consente insieme di raggiungere i risultati migliori.

A Bryant Park a due passi dalla New York Public Library si può comodamente sdraiarsi su una poltrona o una sedia comodissima senza che ci si senta costretti a consumare. Bryant Park is managed by a private not-for-profit corporation, the Bryant Park Corporation. BPC is now funded by assessments on property and businesses adjacent to the park, and by revenue generated from events held at the park. BPC is the largest U.S. effort to provide private management, with private funding, to a public park.

Un luogo silenzioso che si confà con un sonnellino pomeridiano su una sedia a dondolo (me too!) o una lettura di un libro. Un distinto signore di fianco a me aveva appena preso Tom Clancy in Biblioteca e si accingeva alla lettura.

Fino agli anni Settanta Bryant Park era un centro di spaccio di droga e prostituzione. Ma cambiare si può. L’immobilismo è nefasto e va combattuto. NY è maestra del cambiamento.

All’inizio degli Anni Novanta Bryant Park is one of the signature examples of New York City's revival. Essentially crime-free, the park is filled with office workers on sunny weekdays, city visitors on the weekends, and revelers during the holidays.

Come sostengono l’editorialista del NY Times Tom Friedman e lo storico Mandelbaum nel loro ultimo libro That used to be us. How America Fell Behind in the World It Invented and How We Can Come Back 
gli Stati Uniti hanno la ricetta in mano: “We need to study harder, save more, spend less, invest wisely, and get back to the formula that made us successful as a country in every previous historical turn. What we need is not novel or foreign, but values, priorities, and practices embedded in our history and culture, applied time and again to propel us forward as a country. That is all part of our past. That used to be us and can be again—if we will it".

Gli Stati Uniti ce la possono fare a risorgere. La governance cooperativa-competitiva del Bryant Park è un buon punto di partenza.

8 commenti:

  1. Tutto il contrario di roma, da cui ti leggo...
    Alessandro

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  2. la stessa impressione/osservazione che mi ha riportato mio figlio
    ciao
    Fiorello

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  3. Bravo Ciccio, Sara

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  4. Che ne è stato del sogno americano ? Almeno in USA la domanda può essere legittimamanete posta.
    Ma in Italia ? Quale "sogno italiano" possiamo mai invocare, quali radici "morali" possono essere richiamate per risvegliare gli italiani dal declino ? Quale "patto di cittadinanza" possiamo richiamare come base comune ad esempio tra nord e sud del paese (vedi Padrini camorristi acclamati da due ali di folla a Napoli domenica scorsa).
    “Americans will have to save more, consume less, study longer, and work harder than they have become accustomed to doing in recent decades”. Chi avrà il coraggio e l'onestà di rivolgere simili parole agli italiani ?
    Alessandro P.

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  5. e cosa ne dici della high line di NY?
    http://www.thehighline.org/about/maps
    sono dei numeri uno i newyorchesi
    michele

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  6. My favourite spot in the city
    Giovanni

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  7. Bè non possiamo paragonarci agli Stati Uniti, non sarebbe giusto. Ogni paese ha la sua ricetta
    perchè dobbiamo sempre guardare gli altri e ritenere che siano il meglio e nel giusto. L'Italia ha fatto delle cose grandiose nei secoli ed ha insegnato al mondo : attingiamo da questi esempi per trovare la nostra ricetta per risollevarci, nonchè forza e coraggio per farlo.
    Ci sono italiani, persone anonime magari ma splendide, estremamente capaci, aperte e generose. Gli ingredienti li abbiamo. USIAMOLI!
    Lucia.

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