lunedì 16 maggio 2011

L’America festeggia la vittoria delle regole: condannato per insider trading un gestore truffaldino di un hedge fund. Viva la cultura della vergogna. Noi ce la sognamo!

Il gestore Raj Rajaratnam
Giovedì scorso il Financial Times e il Wall Street Journal – i custodi e i cani da guardia dei mercati finanziari – hanno festeggiato la condanna all’hedge fund manager Raj Rajaratnam, il quale ha potuto fornire agli investitori del suo fondo Galleon (che aveva 7 miliardi di $ di asset under management) rendimenti molto interessanti grazie a una continua attività basata sull’insider trading, cioè sull’utilizzo di informazioni riservate, che gli derivavano dal suo network, che comprendeva anche Rajat Gupta, ex consigliere di amministrazione di Goldman Sachs e e Anil Kumar, consulente di McKinsey.

Per la cronaca il gestore originario dello Sri-Lanka - che ha accumulato nel tempo (ha 53 anni, il fondo Galleon esiste dal 1996) una ricchezza personale superiore al miliardo di dollari (per cui la cauzione di 100 milioni di $ gli fa un baffo) – rischia fino a 19 anni e mezzo di carcere (sentenza il prossimo 29 luglio).

Festeggiare una condanna per insider trading è ragionevole, perchè è così che si difende la reputazione di un mercato finanziario e della sua fairness. Riportiamo le parole del procuratore di Manhattan che ha istruito il caso, Mr Preet Bharara: “The message today is clear – there are rules and there are laws, and they apply to everyone, no matter who you are, or how much money you have. Unlawful insider trading should be offensive to everyone who believes in, and relies on, the market. It cheats the ordinary investor.… We will continue to pursue and prosecute those who believe they are both above the law and too smart to get caught”. Bisognerebbe scolpirlo a caratteri cubitali fuori da ogni Tribunale italiano! Da noi valgono le regole di Orwell nella Fattoria degli animali. Tutti sono uguali ma c’è qualcuno più uguale degli altri.

La condanna del gestore è stata possibile grazie al forte utilizzo delle intercettazioni telefoniche, che hanno costituito l’elemento decisivo. Il WSJ ha scritto: “It was the first insider-trading prosecution to use methods that had been mainly reserved for organized-crime, drug and terrorism cases”.

Sono state ascoltate dai giudici 45 conversazioni registrate - incontrovertibili - tra le quali ne segnaliamo una dello scaltro Rajaratnam: “You must defer to you on IBM. And Akamai too. But with AMD (Advanced MacroDevices, ndr), bring it on, baby”. Troppo comodo fare soldi così con le informazioni riservate! Altro che analisi fondamentale e studio delle società. Molto meglio, agli occhi del gestore manigoldo, avere informazioni di prima qualità forniti dalla top tier american business class.

Ci allineamo al commento del Financial Times:” This verdict is not only welcome but important. It is welcome because it should nail the idea that juries are incapable of following complex fraud trials. This has tended to inhibit criminal prosecutors from bringing cases they fear they may lose. The broader lesson is that the authorities should be encouraged to pursue insider trading cases more aggressively”.

In difesa del mercato e a favore dell’accusa è intervenuto al processo anche l’attuale CEO di Goldman, Mr Blankfein, il quale ha dichiarato di essere rimasto sbalordito dal comportamento di Gupta – esonerato dal suo incarico di consigliere – che ha causato una perdita per gli investitori che acquistarono il titolo da Galleon ignari di un’imminente notizia negativa.

Sempre l’FT con John Gapper ha elogiato i giudici (strano, visto dall’Italia): “The prosecutors and law enforcers deserve at least one day of celebration. They peered into the chasm of defeat during the jury’s discussions and have emerged with their powers and authority reinforced. For all those with an interest in clean markets, that is very welcome”.

Torniamo all’Italia. E’ interessante sapere che le operazioni fraudolente compiute dai cosiddetti “furbetti del quartierino” del 2005 – tentativo di scalata a RCS, scalata a BNL, scalata a Banca Antonveneta – sono stati scoperte grazie al recepimento della Direttiva europea sul “market abuse”, che ha permesso ai magistrati della Procura di utilizzare le intercettazioni telefoniche, strumento rivelatosi fondamentale per scoprire i diversi reati compiuti e i loro responsabili (per approfondimenti si consiglia Biondani-Gerevini-Malagutti, Capitalismo di rapina, Chiarelettere, 2007)

In Italia il finanziere Emilio Gnutti – protagonista della scalata con Colaninno a Telecom Italia nel 1999 - condannato in primo grado dal Tribunale di Brescia per insider trading nel 2002 è rimasto vicepresidente del Monte dei Paschi dal 2003 al 2005.

Siccome anche colui che delinque è sotto certi profili un agente economico, se gli si tolgono i disincentivi a delinquere, agirà razionalmente e commetterà più crimini.

Chiudiamo con Guido Rossi che in Trasparenze e vergogna (Il Saggiatore, 1982, p.215) che illustra magnificamente la diversità delle due culture: “Gli antropologi hanno distinto due tipi di culture, le guilt- cultures e le shame-cultures: società di colpa e società di vergogna. Nelle società di colpa ai membri del gruppo vengono imposti divieti e la sanzione per la violazione del divieto. Diverse invece le società di vergogna, nelle quali ai membri del gruppo più che imporre divieti si propongono modelli positivi di comportamento; nelle quali solo chi si adegua al codice sociale proposto gode della pubblica stima e nelle quali la perdita di tale pubblica stima (una sorta di moderna infamia) è sanzione così forte da comportare di fatto l’esclusione dell’indegno dal gruppo”.

Negli States non c'è stato bisogno della condanna per escludere Rajaratnam dalla comunità finanziaria. Il suo fondo Galleon ha subito copiosi riscatti degli investitori subito dopo l'emergere delle accuse.
In Italia non solo abbiamo bisogno di una condanna (in Cassazione, mi raccomando!, quindi definitiva), ma questa condanna non arriva mai perchè il reato è ormai prescritto o amnistiato o il condannato ormai ha superato i 70 anni e quindi si consigliano i domiciliari per raggiunti limiti di età.

Così senza un valido enforcement, gli italiani hanno perso fiducia nei mercati finanziari, considerati una bisca per giocatori d’azzardo.

3 commenti:

  1. Il Financial Times di oggi specifica che Rajaratnam era da tempo sotto osservazione ben prima di essere indagato. FBI ha registrato ben 2.400 conversazioni telefoniche, di cui solo 45 usate come prova.

    RispondiElimina
  2. "People want the markets to be honest", a famous lawyer said.

    RispondiElimina
  3. Il 13 ottobre 2011 la sentenza è arrivata: 11 anni di carcere per Raj Rajatatnam, ex numero 1 del fondo hedge Galleon. Una condanna esemplare. Inoltre 10 milioni di dolalri di multa e 54 mio da restituire alle parti lese. Il giudice Holwell ha dichiarato: "L'insider trading è un'aggresione contro il libero mercato, questi crimini sono dei virus che vanno sradicati dalla cultura del nostro business". bp

    RispondiElimina