lunedì 20 dicembre 2010

Omaggio a Padoa-Schioppa, padre dell'euro

Tommaso Padoa-Schioppa
Sabato scorso, mentre salutava al ristorante i suoi amici economisti e i suoi ex colleghi di Bankitalia, Tommaso Padoa-Schioppa (per i giornalisti TPS) si è accasciato e non ha più ripreso conoscenza. A soli 70 anni TPS ci lascia.

Un ricordo personale prima di descriverne la figura di splendido civil servant.
Era il 1993, all’ultimo anno di Bocconi, al termine di un convegno in Via Romagnosi all’allora Centro Congressi Cariplo, avvicino sgomitando TPS mentre sta assaggiando il risotto del buffet e chiedo: “Io vorrei fare una tesi sulle nuove disposizioni del Comitato di Basilea, cosa può suggerirmi?”. TPS mi sorrise e disse: “Scriva a Basilea alla Banca dei Regolamenti Internazionali, facendo il mio nome”. E così feci, indeciso se scrivere in tedesco o in inglese. Dopo pochi giorni il portinaio mi citofonò - io allibito abituato al muro di gomma delle istituzioni italiane - per dirmi che era appena arrivato un pacco proritaire da Basilea. Erano i working paper per la revisione di Basilea I di cui si stava discutendo nei consessi internazionali. E così scrissi la mia tesi “Strumenti derivati e autorità di vigilanza: rischi e requisiti patrimoniali”.

Nato a Belluno nel 1940, TPS si laurea alla Bocconi ed entra in Banca d’Italia. Disse: “Appartengo a una generazione nella quale era molto diffuso il richiamo di un impegno pubblico”.

Fece carriera velocemente scalando i gradini della rigida piramide gerarchica di Via Nazionale, entrando nel Direttorio fino a diventare vice-direttore generale.
Dal 1979 al 1983 TPS è Direttore Generale per gli Affari economici e finanziari della Commissione Europea a Bruxelles e inizia il lungo e fertilissimo ruolo svolto nella costruzione europea.
Carlo Azeglio Ciampi
Alla fine degli anni ’80, Ciampi affidò a TPS – suo amico personale - l’incarico di seguire i lavori preparatori del Trattato di Maastricht, in qualità di membro autorevole del Comitato guidato da Jacques Delors.

Lucido elaboratore di pensiero raffinato, fu colui che teorizzò il Quartetto Inconciliabile. All’interno di un’area economica (allora la Comunità Economica Europea), non possono coesistere quattro fenomeni, che erano anche gli obbiettivi della CEE:
1) Libertà di circolazione di merci e di servizi;
2) Libertà di movimento dei capitali;
3) Tassi di cambio fissi;
4) Politiche monetarie - dei singoli stati - autonome

A quell'epoca, i vari Paesi della Comunità Economica Europea (ora Unione Europea) mantenevano alcune limitazioni agli scambi e, soprattutto, alla circolazione dei capitali. Queste vennero via via eliminate tramite il programma del Mercato Unico e la liberalizzazione dei movimenti di capitali. Alla fine degli anni '80 i primi due obiettivi erano stati raggiunti; bisognava scegliere tra gli ultimi due. Nel 1982 Padoa-Schioppa propose di eliminare il terzo fine (politiche monetarie indipendenti) e di creare una moneta unica per tutti gli stati appartenenti all'Unione, gestita da un'unica Banca Centrale Europea. TPS: “Se vogliamo insistere nell’avere politiche monetarie autonome, prima o poi salteranno i cambi fissi o si comincerà a ridurre la libertà di movimento di capitali”. Il Rapporto Delors dell'aprile 1989 appoggiò questo punto di vista proponendo un'Unione Monetaria Europea con un'unica moneta. Padoa-Schioppa si occupò allora della creazione della nuova Banca Centrale Europea.

Quando Ciampi venne chiamato alla presidenza del consiglio nel 1993, TPS era il candidato naturale alla successione di Governatore di Banca d’Italia. Gli si contrappose Lamberto Dini e tra i due litiganti vinse l’orrido Antonio Fazio, le cui telefonate notturne con il banchiere Fiorani (in cui gli comunica l’appoggio pancia a terra per il blocco della scalata degli olandesi di ABN ad Antonveneta) – “Tonino, ti bacio sulla fronte”, disse al Governatore poco dopo la mezzanotte il cattolicissimo Legionario di Cristo Gianpi Fiorani - leggeremo disgustati in seguito.

Lorenzo Bini Smaghi
Verrà chiamato successivamente alla presidenza della Consob e nominato nel 1998 quale membro italiano nel Comitato Esecutivo della neonata Banca Centrale Europea. Rimase fino al 2005 per cedere il posto a Lorenzo Bini Smaghi, che così lo ricorda: “Aveva la grande capacità di far lavorare le persone e motivarle. E a questo aggiungeva un talento innato nel destrutturare i problemi; li decomponeva in vari singoli aspetti per risolverli e trovare una risposta al problema da cui era partito. In questo senso più che uno dei padri è stato uno dei “costruttori” della moneta unica. Un idealista ma anche un uomo molto concreto”.

Nel 2006 Prodi lo chiamò come Ministro dell’Economia del suo governo. Fu in tale occasione che uscì pubblicamente con due dichiarazioni che fecero molto discutere:

1. “Dovremmo avere il coraggio di dire che le tasse sono una cosa bellissima. E’ un modo civile di contribuire a beni indispensabili”. Fu massacrato ma aveva ragione lui. In un Paese dove evadere è lo sport nazionale – ogni anno leggiamo con nonchalance che i gioiellieri dichiarano in media 13mila euro di imponibile, molto meno di un operaio – dire una cosa del genere è uscire dall’ipocrisia;

2. “Mandiamo i bamboccioni fuori di casa. Incentiviamo a uscire di casa i giovani che restano con i genitori, non si sposano e non diventano autonomi “ (4 ottobre 2007). Tutte le analisi disponibili, dal Censis all’ISTAT a Italia Futura ci illustrano come i giovani restino legati alle famiglie di origine coccolati e viziati. Ma con troppi agi e senza fatica – vedi il post la fatica è bella – non si va da nessuna parte. “Il sacrificio non è mai sterile”, diceva Giuseppe Mazzini.

Solo l’Europa può spingere il mondo sulla via aurea; ma per poterlo fare deve percorrere la propria via aurea sino in fondo. Ciò significa procedere dall’unione economica e monetaria, compiutasi con l’euro, all’unione politica. E unione politica vuol dire un’unica capacità di decisione e di azione in materia di immigrazione, sicurezza, difesa, lotta alla criminalità; un’unica presenza nelle sedi della cooperazione e nei negoziati internazionali in campo commerciale, finanziario, ambientale, scientifico” (TPS, Dodici settembre, Rizzoli, 2002, p. 122). E la zoppìa di cui parla Carlo Azeglio Ciampi, vedi post.

Learn, earn, serve – studiare, guadagnare, servire – sono le tre distinte fasi della vita attiva di una persona completa secondo la saggezza della società americana di un tempo. Crediamo che Tommaso Padoa-Schioppa abbia servito l’Italia con eccezionale talento.

Caro Padoa-Schioppa, se l’Italia si è salvata con l’ingresso nell’euro e la politica delle mani legate (copyright Giavazzi, Favero), lo si deve anche a te. Ti sia lieve la terra.

P.S.: per approfondimenti si consiglia:

Mario Pirani, Il futuro dell’economia, Cap XIII, Le virtù salvifiche di Maastricht, Mondadori, 1993
Tommaso Padoa-Schioppa, Europa, forza gentile, Il Mulino, 2001
Tommaso Padoa-Schioppa, Dodici Settembre. Il mondo non è al punto zero, Rizzoli, 2002
Tommaso Padoa Schioppa, La veduta corta, Il Mulino, 2009

2 commenti:

  1. Un economista di grande valore, avrebbe potuto dare grande valore e supporto alle future coalizini di Governo del nostro Paese perchè ragionava senza vincoli partitici e/o ideologici.

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  2. Ci è piaciuto particolarmente il coccodrillo "Straniero in patria" di Ferruccio de Bortoli sul Corriere di ieri, in particolare dove scrive: "E non ha destato purtroppo né meraviglia né scandalo che a Padoa-Schioppa nessuno abbia offerto un ruolo di responsabilità. All'estero è stato ospite ricercato, economista e banchiere molto ascoltato. In Italia nulla. . Eppure di cittadini del mondo, autorevoli, colti, poliglotti e di prestigio indiscusso, l' Italia non ne ha tantissimi. Forse perché di un padre dell'euro, di un civil servant che ragiona con la propria testa non sappiamo che farne? Questa amara considerazione si aggiunge al dolore per la scomparsa di un grande europeista e di un grande italiano, diventato straniero in una patria da lui molto amata.

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