martedì 21 dicembre 2010

L’Aids, Carla Bruni, la strategia da seguire e la morte di Tondelli

Il 1° dicembre è la giornata mondiale di lotta all’Aids. Anche se nei paesi occidentali il virus non spaventa più come negli anni passati, circa 2 milioni di persone muoiono ogni anno in tutto il mondo e 7.500 sono i contagiati ogni giorno.

Globalmente l’anno scorso sono spesi circa 868 milioni di dollari per la ricerca di un vaccino, il 10% inmeno del 2007. Gli sforzi, peraltro, non devono indirizzarsi solo alla ricerca, ma è necessario incrementare l’accesso universale a prevenzione e cure.

Carla Bruni Sarkozy – ambasciatrice del fondo mondiale anti-aids – ha raccontato di recente con trasporto : “Ho avuto modo di visitare un ospedale a un’ora di strada da Cotonou, la capitale del Benin, in Africa occidentale. Lì ho incontrato Francoise Ade, una madre sieropositiva che ha partorito un figlio perfettamente sano, Gabriel. Il bimbo è nato sieronegativo grazie a un corso di trattamento antivirale gratuito. Non riesco a immaginare gioia più grande per una madre se non quella di vedere il proprio figlio nascere sano. Incontrando Francoise, ho visto i suoi occhi illuminati di speranza...Il Fondo mondiale e i suoi partner stanno prendendo le misure necessarie per assicurare che entro il 2015 non nascano più bambini sieropositivi”.

Il ricercatore italiano Stefano Bertozzi – Director HIV e TB, Bill & Melinda Gates Foundation, della serie i migliori se ne vanno dall’Italia - è intervenuto sul Financial Times (“Long term strategy must focus on the local”, 1.12.10): “We need to replace the reactive, short-term response with proactive, long-term measures. Especially in a prolonged crisis, it is important to consider the long-term implications of short-term budget decisions”.

Nel report “Aids: Taking a Long term view”, pubblicato dal FT il 13.12.10, vengono date diverse raccomandazioni, che qui sintetizziamo:

1. Adapt the strategy. Prevention must be re-emphasised to reduce new infections. A strategy for the long term means moving from a predominantly global approach to national and local agendas;


2. Increase efficiency. We need to be more effective with available resources – from optimising treatment to ensuring more efficient programme management;


3. Lengthen budget cycles. We cannot continue to address a long-term problem and life-long treatment with annual funding cycles. Budget cycles should move to 10-14 years, while programme performance indicators should change to measure long-term impact, such as new infections and deaths, rather than just short-term process gains;


4. Continue to innovate. It is critical to invest in science and technology;

5. Renew leadership. We are concerned leadership on Aids is waning. In some countries policy leadership rather than money may be the biggest issue.

Bertozzi chiude così: “It is crucial to remind ourselves Aids remains one of the greatest health crises of our time, having killed nearly 30 million people since 1981. There is an urgent need to take a long-term view and make bold changes so millions more do not die needlessly”.

Pier Vittorio Tondelli
Io concludo con uno splendido dialogo di Pier Vittorio Tondelli, nato a Correggio (RE) il 14 settembre 1955 e morto di Aids il 16 dicembre 1991:

Alberto: “Qual era il suo club del cuore?
Didi: “Il Liverpool: maglie e calzoncini completamente rossi. Comunque era per via dei Beatles. Io avevo invece la maglia bianca e i calzoncini blu che sono i colori del Tottenham. Me li aveva regalati Tommy.
Alberto: Già, Tommy. Sono curioso di conoscerlo.
Didi : Ti piacerà.
Alberto: Ne sei così sicuro? I nostri gusti sono differenti.
Didi: Un artista come te non può sfuggire al suo fascino. Parlare con lui è come avere il mondo ai propri piedi.
Alberto: Mi piace il footing.
Didi: Ti faccio un esempio. Tu dici: “Sai, Tommy, sto leggendo Aisherwood”. “Isherwood, caro, Chistopher Isherwood”. “Incontro al fiume è bellissimo”. “Ah, l’ho letto, l’ho letto. Solo ora è stato tradotto? Avrei potuto prestarti la mia copia condedica, se ti interessava tanto. Ero nel Laddak quando lo lessi, bah. Il caro, vecchio Christopher; l’ho incontrato due anni fa, in California; lui e il suo amico sono l’esempio di una coppia perfetta, di un’intesa tra uomini assolutamente unica, forse perchè il suo amico è di quarant’anni più giovane. Quanto alla sua scrittura io la trovo, come diciamo noi, underwritten o, se preferisci, una buona second class, capisci?”.
(Dinner Party, 1984)

2 commenti:

  1. Anche Trainspotting di Irvine Welsh è un bel libro che consiglierei sull’argomento dell’AIDS... un problema che noi giovani italiani percepiamo sempre come molto lontano e spesso sottovalutiamo il problema legandolo solamente all’uso dei droga. In realtà i contagi derivanti dall’uso di siringhe infette riguardano solo una piccola percentuale, la maggior parte delle infezioni derivano da rapporti occasionali non protetti..

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  2. Non posso dimenticare la fantastica presenza di Spud in Trainspotting che svenuto ubriaco, vuole portarsi a casa le lenzuola piene di cacca e strattonaendole con la madre di lei, combina un casino pazzesco. Un mito, Spud sei un mito!

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