lunedì 19 novembre 2012

Il pessimismo è una gran brutta bestia


Vorrei rileggere con voi Cesare Pavese – La luna e i falò (Einaudi, 1950, p. 104): “Sotto la luna e le colline nere Nuto una sera mi domandò com’era stato imbarcarmi per andare in America, se ripresentandosi l’occasione e i vent’anni l’avrei fatto ancora. Gli dissi che non tanto era stata l’America quanto la rabbia di non essere nessuno, la smania, più che di andare, di tornare un bel giorno dopo che tutti mi avessero dato per morto di fame. In paese non sarei stato mai altro che un servitore, che un vecchio Cirino (anche lui era morto da un pezzo, s’era rotta la schiena cadendo da un fienile  aveva ancora stentato più di un anno) e allora tanto valeva provare, levarmi la voglia, dopo che avevo passata la Bormida, di passare anche il mare”.

Claudio Magris in un suo intervento sul Corriere della Sera del 23 ottobre – Basta sfiducia, dobbiamo rialzarci – scrive: “Non siamo al mondo per indulgere ai nostri stati d’animo, alle malinconie delle nostre animucce che talvolta derivano da cattiva digestione...Il malessere e la stanchezza pessimista sono un male da combattere, tanto più quanto più essi sono, come oggi, sempre più diffusi”.

Ancor più indicativa la mail che ho ricevuto dal direttore del September 11 Memorial di New York, Joe Daniels, il quale, dopo l’uragano Sandy che ha messo in difficoltà NY, scrive: “We will have a clearer picture of the extent of the damages as our dedicated response teams continue their assessments. We are working closely with the state, city and the Port Authority to reopen the Memorial as soon as possible, as well as make any necessary repairs. We will be sure to keep you apprised of updates on conditions.

During this time of recovery, we hope that you and your family are safe. Once again, we are reminded as we were after 9/11, that together we can surmount the most unimaginable challenges”.

Ecco, sfide impensabili e inimmaginabili sono state superate. Giovani, non abbiate timore di desiderare il futuro. Sta in voi.

4 commenti:

  1. Riveo e pubblico:

    Holy words!!!

    Paolo B.

    RispondiElimina
  2. Ricevo e pubblico:

    bè.. sembra scritta per me questa mattina dopo una notte piena di incubi da futuro!!!
    ormai sei anche un veggente! grazie ben
    Claudia

    RispondiElimina
  3. per la mia generazione (anni 40) Pavese è stato un cult, ed il suo romanzo "La luna e i falò" il meglio del meglio, impossibile non leggerlo. Ma il tempo è passato e non credevo possibile che, oggi, qualcuno sapesse chi fosse e, soprattutto, lo leggesse.
    Chapeau!. Ciao, Pier Luigi

    RispondiElimina
  4. Ricevo e pubblico,

    Benia,

    ho letto tuo il post, le tue splendide parole mi hanno fatto ricordare la bellissima persona che era tuo papà, sempre cordiale, pacata e gentile, ho avuto fortuna ad averlo potuto conoscere.

    Paolo O.

    RispondiElimina