mercoledì 29 febbraio 2012

Steve Jobs e Banca d’Italia. Il messaggio è identico: non cercate la sintonia a tutti i costi, l’omologazione del pensiero porta al disastro. Stay foolish

Steve Jobs
In occasione della morte di Steve Jobs ho scritto un post dedicato – Omaggio a Steve Jobs dove scrissi: Voglio ricordare Steve Jobs - imprenditore formidabile - con le sue parole agli studenti di Stanford: <Stay hungry, stay foolish>, che si può tradurre con "Non siate mai sazi e soddisfatti, pensate fuori dal coro"......

Prosegue Jobs: "Your time is limited, so don't waste it living someone else's life. Don't be trapped by dogma — which is living with the results of other people's thinking. Don't let the noise of others' opinions drown out your own inner voice. And most important, have the courage to follow your heart and intuition. They somehow already know what you truly want to become. Everything else is secondary".

Domani inizio i corsi 2012 all’Università. E allora dirò ai miei studenti: cercate di pensare con la vostra testa. Evitate di fare i pecoroni, di essere soggetti all’”effetto gregge”. Liberate le energie potenziali che sono in voi. Seguite le vostre passioni.

Eppure in Italia c’è una volontà di omologazione mostruosa. Nel caso della Costa Concordia affondata all'Isola del Giglio, mi chiedo: ma nessuno degli ufficiali presenti sulla plancia ha fatto notare al disastroso Schettino che era a meno di cento metri dalla costa (92 mt per l’esattezza)?

David Foster Wallace
David Foster Wallace - meraviglioso scrittore americano - in relazione a un ciclo di lezioni che ha tenuto presso l’Università di Austin in Texas, ha scritto:

In classe siete caldamente esortati a dissentire da quello che dicono gli altri e io stesso, e io stesso potrei unirmi a voi purchè si mantenga sempre un rispetto assoluto l’uno nei confronti degli altri, senza mai mostrare disprezzo, maleducazione o violenza.
 Statisticamente ho assegnato i voti più alti a quegli studenti le cui letture, interpretazioni e opinioni sulla letteratura erano diverse dalle mie, a patto che detti studenti riuscissero a discuterne in modo interessante e a sostenere in modo plausibile le loro tesi”.

Paolo Baffi
Qualche giorno fa ho ricevuto un prezioso dono dalla figlia del Governatore Paolo Baffi, Giuseppina: una pubblicazione scritta in onore dell'indimenticato Governatore di Banca d’Italia dal 1975 al 1979. Al Governatore della Vigilanza ho dedicato tanti post:

- Onore a Paolo Baffi:
- Il tributo di Mario Draghi a Paolo Baffi
- Attacco punitivo alla Banca d'Italia, prima parte
- Attacco punitivo alla Banca d'Italia, seconda parte

Se li merita. Qui vi cito un passaggio di Tommaso Padoa-Schioppa del 3 agosto 2009 (intervento in occasione del ventennale della scomparsa di Baffi): “Baffi portò in Banca d’Italia il metodo, il disinteresse, la pietra dura che saggia la qualità. Il valore della Banca d’Italia, la sua competenza tecnica, il senso del proprio ruolo, l’indipendenza dell’analisi rispetto alla decisione sono tutti elementi che portano il marchio di Paolo Baffi...In Via Nazionale venivano banditi come vere e proprie violazioni di un corretto costume di lavoro: conformismo, riluttanza alla discussione aperta, inclinazione a esprimere solo il pensiero gradito ai superiori gerarchici.

Tommaso Padoa-Schioppa
Prosegue TPS: “Mi trovai a partecipare a una riunione del Direttorio della Banca d’Italia. Non seppi far di meglio che ingaggiare un serrato contradditorio con Paolo Baffi, il Direttore Generale, sostenendo una tesi del tutto opposta alla sua; si trattava di trovare il modo di collocare i Buoni Ordinari del Tesoro che l’inflazione aveva reso inappetibili al mercato. Tornato a casa quella sera dissi in famiglia che probabilmente ogni mia speranza di una qualche carriera era stroncata per sempre. Infatti l’indomani mattina, appena giunto in ufficio fui convocato dal Governatore Carli: evidentemente bisognava fare una esecuzione in grande stile. Invece Baffi disse che aveva riflettuto, la notte, alla discussione del giorno prima e che era rimasto convinto dall’argomentazione contraria alla sua. Si procedesse dunque a una riforma del metodo di emissione dei BOT, che instaurasse una vera asta, con quantità fissa e prezzo variabile”.

Ragazzi, nell’analisi, nella discussione, non esistono gradi, esiste solo la qualità degli argomenti.


Stay foolish.

3 commenti:

  1. Si, lo so che non c'entra molto con il post del prof, ma son preso da nostalgia per la mia città perché prigioniero di un principato oscurantista che mi impedisce di stare hungry e foolish.
    Allora inneggio a Milano fonte continua di ispirazione.
    Fermento, agitazione, far uscire Milano dal torpore.

    Infatti stamattina mentre uscivo di casa
    ho visto Milano andare via.
    Di primo acchito pensavo di essermi
    sbagliato di averlo scambiato per qualcun altro,
    ma poi mi sono accorto che era proprio lei.


    L'ho riconosciuta dallo sguardo sincero
    e dalla composta malinconia.
    Le ho fatto cenno con la mano
    e lei ha risposto facendo lo stesso.
    Sono andato a sbattere contro la vetrina
    della Deloitte sotto casa perché
    non mi era mai capitato di vedere Milano di spalle.


    La botta ha acuito la sensazione di stupore
    ma mi ha anche chiarito le idee: Milano va via
    perché le hanno imposto l'intimo di Dolce e Gabbana.
    Le hanno imposto 200 sigarette al giorno,
    Stop lunghe senza filtro antiparticolato.
    Le hanno chiesto di non andare più al cinema
    ma di coprirsi con un montone della Combipel,
    l'hanno invitata a spassarsela nella desolazione
    della Bicocca.


    Le avrei chiesto di scrivere una rubrica ne Il Sudiciume,
    ma sarebbe stato come chiedere a Sofia Loren di partecipare
    a un filmino di Natale.


    Mi ha detto anche che s'è un pò rotta di sentire tutti dire
    che Milano è una città da scoprire
    nei cortili nascosti delle case patrizie
    o negli angoli caratteristici del centro e che le piacerebbe
    invece pavoneggiarsi con ampi boulevard e scorci
    scenografici alla parigina.


    Da amico le ho detto che è meglio non illudersi
    e che al più si può sperare in una nuova
    rappresentazione di Arlecchino servitore dei due padroni
    o dei Giganti della Montagna.
    Quando ha sentito la parola Arlecchino, ho visto che
    è sbiancata in volto, già peraltro palliduccio, e che
    ha accelerato il passo verso la tangenziale.
    Ho cercato di trattenerla ricordandole il progetto Santa
    Giulia, la conversione della vecchia Fiera, l'Expo, il Bosco Verticale a Porta Nuova, nessun bosco orizzontale a City Life, gli esodi estivi e di Natale, la gioiosa
    propensione dei suoi abitanti a farsi i cazzi propri,
    gli schiamazzi del Bar Magenta, i cappellini peruviani e
    la sacchetta per il fumo alla festa degli O bey O bey,
    la nuova collezione di Prada, il simpatico panettiere che
    vende le micchette col monocolo da gioielliere, la Santanché alla prima della Scala.


    Le ultime notizie danno Milano in viaggio verso Spotorno.

    RispondiElimina
  2. "Evidentemente bisognava fare una esecuzione in grande stile". Dice bene Tommaso Padoa Schioppa, spesso il problema è questo: chi, in senso figurato, sta al di sotto di qualcun'altro, non vuole mettere in discussione ciò che chi, in senso altrettanto figurato, sta al di sopra di lui.
    Nonostante questo sia un comportamento, un atteggiamento diffuso, è bene cercare ed iniziare a cambiare la tendenza.
    Come?
    Per prima cosa chi sta al di sotto, in questo caso gli studenti, devono prendere la consapevolezza di essere persone: un uomo prima di essere docente, studente, rettore, muratore, idraulico è un uomo, e quindi con le proprie idee. Non si deve avere paura di esporle anche se, in alcuni casi, esse vanno contro quello che ci viene propinato come vero.
    In secondo luogo, data la difficoltà, tanto diffusa quanto italiana, dello Stand up/Speakup, è necessario che coloro che stanno al di sopra degli studenti, professori e docenti universitari, mettano in chiaro che lo spirito critico non è una malattia ma solo un elemento positivo, qualcosa che può solo che giovare alle discussioni, e non solo. E' infatti solo attraverso critiche e tesi avverse, che si migliorano quelle attuali.

    Ps. Tengo a confermare la mia presenza alla prima lezione del prof. Piccone domani in Università a Bergamo, ogni minimo errore sarà appuntato e reso pubblico. :-)

    RispondiElimina
  3. Ho appena letto una dichiarazione di JFK, che trovo calzi a pennello: “Abbiamo scelto di andare sulla Luna e di fare altre cose, non perché sono facili, ma perché sono difficili”. J. F. Kennedy

    RispondiElimina