venerdì 24 settembre 2010

The intelligent investor? Non gioca, investe


Con grande sorpresa, il Cesena Calcio http://www.cesenacalcio.it/ fino al turno infrasettimanale era primo in classifica – con l’Inter, beninteso. Grandissima prestazione, direi.


Dal 2007 il Presidente del Cesena è Igor Campedelli, 36 anni. E’ euforico perchè la sua squadra è riuscita a battere il Milan con soli 8,3 milioni di euro di stipendi annui per tutta la squadra, meno di quanto costa all’anno il solo Slatan Ibrahimovic. In una recente intervista, Campedelli ha dichiarato: “Quando sento dire che il calcio è un giocattolo, vado in bestia”. Lo stesso posso dire io quando mi sento dire: “Giochi in borsa?”. Ma quale gioco! La borsa è una cosa seria. Investire è un’attività che richiede competenza, lucidità, senso critico, analisi, studi, sangue freddo, incontri con il management. E mi fermo qui per ragioni di spazio.
Allora andiamo a rileggere The Intelligent Investor (1949!, Harper Business Essentials), del mio omonimo Benjamin Graham (1894-1976), il padre del value investing, autentica leggenda per chiunque si dedichi all’investimento in azioni. In questa specie di Bibbia, Graham enunciava la necessità di ignorare le turbolenze che continuamente scolvolgono o mercati, concentrandosi sulla valutazione delle singole società.
Le caratteristiche del tipo di investitore evocato da Graham, ad oltre sessant’anni di distanza, nella loro disarmante semplicità consentono ancora di sintetizzare i principi essenziali ai quali è bene ispirarsi quando si pensa all’investimento azionario.
L’investitore intelligente:
1. Non tenta di prevedere la direzione del mercato azionario;
2. Non modifica frequentemente la struttura del proprio portafoglio;
3. Ha più interesse ai risultati a cinque anni che per quelli a uno;
4. Non diversifica eccessivamente i propri investimenti;
5. E’ estremamente selettivo.

Giocare è esplorare l’ignoto. E’ lasciarsi andare. Il bambino ama imparare nuove mosse, fare domande indiscrete, aprire orizzonti fantastici. Prima o poi il bambino smette di giocare, fa qualcosa che sa fare, che capisce e da cui trae un utile. Ma non è più gioco.
Allora cerchiamo di rispettare il precetto di Italo Calvino – Lezioni americane. Sei proposte per il prossimo millennio, 1985, Mondadori) sull’esattezza. Non sprechiamo le parole, facciamo uno sforzo per esprimerci correttamente. Le parole sono importanti: “Chi parla male, pensa male e vive malehttp://www.youtube.com/watch?v=91BTOjDQDjg
http://www.youtube.com/watch?v=qtP3FWRo6Ow (Nanni Moretti in Palombella Rossa, 1989).

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