lunedì 23 novembre 2015

La Jihad non vincerà anche se la battaglia sarà ancora lunga

 
La strage di Parigi del 13 novembre un evento che non dimenticheremo facilmente. Se l'europeo si sentiva al sicuro riducendo il suo orizzonte di viaggio - basta Siria, niente Giordania, Israele è pericoloso, stop al Kenya, no alla Turchia - l'estremismo islamico ha colpito a Parigi, la capitale del Paese dei Lumi.
Ho pianto per Valeria Solesin, un talento (ricercatrice all'Istituto di demografia, alla Sorbona) purtroppo non più tra noi. Chissà quante altre ricerche sul rapporto tra donne e mondo del lavoro poteva sfornare. Leggete questo sua articolo pubblicato su Neodemos per rendervi conto della sua brillantezza.

In una serata a cui ho partecipato il presidente dell'Associazione per il Progresso Economico avv. Pippo Amoroso ha voluto fare un breve intervento, che ho apprezzato per la misura e il senso storico. Ecco ne uno stralcio:
Avicenna, filosofo arabo vissuto intorno anno 1000
a) pochi secoli fa il mondo islamico era più avanti di noi: Averroè, Avicenna, l’Andalusia (la splendida Alhambra di Granada è qui a ricordarcelo);

b) ma l’occidente è sopravvissuto all’Inquisizione, ha vissuto il secolo dei Lumi, ha fatto la Rivoluzione francese, quella industriale, è sopravvissuto a due spaventose guerre mondiali e a diverse crisi economico-finanziarie, ha un’Europa unita ed una comune cultura laica e democratica;

c) il mondo islamico, al contrario, è ancora prigioniero di una religione arretrata che teme le donne, le reprime, è governata da vari autoritarismi e non conosce ancora un effettivo sviluppo economico e culturale
d) nonostante Spengler ("Il tramonto dell’Occidente") e Houellebecq ("Sottomissione"), noi siamo tutti solidamente radicati nel nostro contesto culturale, per cui, di fronte al pericolo, siamo automaticamente tutti soldati del mondo occidentale, mentre gli estremisti islamici sono in netta minoranza persino nei paesi in cui vivono ed operano, tanto è vero che la maggior parte delle loro azioni terroristiche sono rivolte contro i loro connazionali; in Iran, del resto, la sola notizia dell’accordo sul loro nucleare e della prossima cessazione delle sanzioni da parte dell’occidente ha visto la pubblica esultanza della popolazione
e) quindi, nonostante i lutti e i danni materiali e morali sofferti e che ancora soffriremo nel prossimo futuro, vinceremo.
 
Io aggiungo due osservazioni:
Soccorritori a Parigi
1) abbiamo bisogno che il mondo musulmano moderato, che costituisce la stragrande maggioranza dell'Islam si ribelli, faccia sentire la propria voce. Non è più accettabile il silenzio. E' certamente da apprezzare, per esempio, l'uscita dell'imam Abdelmajid Kinanche a Monfalcone guida due centri islamici. In una intervista, seguita da più di un milione di persone sul web, l'imam ha spiegato che "una semplice condanna non basta, che l'Slam non ha alcuna relazione con queste fazioni, che gli assassini a sangue freddo non fanno parte dell'Islam".
Anche il filosofo Abdennour Bidar ha scritto una lettera aperta al mondo musulmano dove invita i musulmani a passare dal riflesso dell'autodifesa alla responsabilità dell'autocritica: "Io chiedo solennementeai musulmani e alla musulmane europee di non restare in disparate, di non cedere alla tentazione di rinchiudersi in se stessi nella difesa eslusiva dei propri interessi.


Amos Oz
2) vale la pena discutere  se non sia necessario un nuovo Piano Marshall a favore del Medio Oriente. Lo scrittore israeliano Amos Oz, intervistato da Lorenzo Cremonesi sul Corriere della Sera ha avanzato l'idea di un grande piano di aiuti: «Quasi settant’ anni fa un presidente americano poco carismatico e molto modesto quale era Harry Truman decise che sarebbe stato importante donare una cifra pari a circa il venti per cento del prodotto nazionale lordo del suo Paese per la ricostruzione dell’ Europa devastata dalla guerra. Poi passò alla storia come “piano Marshall”, dal nome del suo segretario di Stato. Ma fu lui il motore primo. Truman fece il miglior investimento di tutti i tempi: la Guerra fredda è stata vinta dagli Usa grazie ad esso. Lui non visse tanto a lungo per vedere il suo trionfo. Però, garantì la democrazia, salvò l’ Europa dai comunisti, dagli estremisti, ne fece un modello di sviluppo invidiato in tutto il mondo, creò un grande mercato utile anche all’ industria americana. A noi oggi serve un gigante di generosità e capacità di guardare avanti come fu Truman. Ci vorrebbe un piano Truman-Marshall per il mondo islamico che dia forza e coraggio ai moderati. Solo così il bastone della guerra ai fanatici potrà avere prospettive di successo».

Come ha scritto Albert Einstein, "Il mondo è un posto pericoloso, non a causa di quelli che compiono azioni malvagie ma per quelli che osservano, senza dire nulla".
 
 

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