lunedì 22 ottobre 2012

L'insegnamento di Lady Gaga, formidabile imprenditrice, per uscire dall'immobilismo


Il 2 ottobre scorso Lady Gaga ha tenuto un concerto al Forum di Assago. Passeggiando per il centro, ho visto un numero spropositato di fan, little monster, in via del Gesù dove la star italo-americana era ospite a cena da Donatella Versace.

Lady Gaga è un fenomeno imprenditoriale. Se ci rifacciamo a Schumpeter, "Designiamo con il termine impresa le attività consistenti nella realizzazione di innovazioni, chiamiamo imprenditori coloro che le realizzano (Joseph Schumpeter, Business Cycles. A theoretical, historical and statistical analysis of the capitalist process, Boringhieri, 1967).
Il magazine americano Forbes ha pubblicato la sua annuale lista delle The Best-Paid Celebrities Under 30, ovvero delle celebrità sotto i 30 anni che hanno guadagnato di più nell’arco degli ultimi 12 mesi. Al primo posto di trova Lady GaGa, che ha portato a casa 90 milioni di dollari sono nell’ultimo anno. Al di sotto dei 30 anni nessuno può competere con lei. Distanti si trovano i tennisti Roger Federer e Rafa Nadal, LeBron James, stella dei Miami Heat dell’NBA, le star del calcio Cristiano Ronaldo e Lionel Messi, il nuovo Maradona. Beyoncé si ferma all’ottavo posto con 35 milioni di dollari.
Con oltre 30 milioni di followers, è la persona più seguita nel mondo di Twitter.

Ma chi è veramente Lady Gaga?

Il suo vero nome è Stefani Joanne Angelina Germanotta. E’ nata a New York il 28 marzo 1986. Ha solo 26 anni! E’ di origini italiane. Infatti entrambi i genitori sono italiani: suo padre Joseph Germanotta è di origine palermitana, e Cynthia Bissett di origine veneziana.

E’ cresciuta nel Lower East Side di Manhattan, e sin da piccola mostra uno spiccato senso artistico. Ha iniziato a studiare pianoforte all'età di quattro anni, ha frequentato la scuola cattolica Convent of the Sacred Heart School e ha composto la sua prima ballata per pianoforte a tredici anni. A quindici anni appare brevemente nell'episodio Piccoli boss crescono della serie televisiva I Soprano. A diciassette anni è stata una delle venti persone al mondo a ottenere l'ammissione anticipata alla Tisch School of the Arts presso la New York University, dove ha studiato musica.

In una interessante intervista a Repubblica 18 maggio 2011 Lady GaGa viene così definita da Giuseppe Videtti: “Un´icona femminista o una diva del burlesque? Un incrocio tra Madonna e Marilyn Manson o la caricatura di un transgender sfuggito al controllo di Warhol? Lady GaGa è tutto questo. E anche di più… Che sia la nuova Madonna o un pastiche di Queen e glam rock, a 25 anni Stefani Joanne Angelina Germanotta è l´asso pigliatutto del pop: 25 milioni di album, 65 milioni di singoli venduti e un tour mastodontico che ha radunato fino a 70mila paganti a sera l´hanno trasformata in due anni - parola di Forbes - in una delle 100 donne più potenti d´America”.

L’intervista fa capire quanto è smart Lady Gaga. Sentiamola: “Sentivo che sarei diventata una performer. Non mi sono mai posto un traguardo, volevo tenacemente andare avanti, continuare a credere, a far musica, a esibirmi. E dopotutto un traguardo non ce l´ho ancora...Questo, mio caro, è un posto (United States of America, ndr) dove non è possibile approdare senza la necessaria perseveranza”.

Grande Lady Gaga! Mai arrendersi, sempre all’attacco, con determinazione e consistency.
L'altro giorno cercavo con insistenza di stimolare all'azione una mia amica imprenditrice. Le ho detto: "Laura, devi ignorare lo scenario macro di riferimento. Devi concentrarti sul tuo business e non farti influenzare dai pessimisti. Devi essere consistent, lavorare con metodo e ignorare gli eventi sui quali non hai il controllo". Alla fine del sermone, le ho dato una copia dell'articolo di Luke Johnson - fantastico imprenditore seriale - che è un sunto efficace delle linee guida da seguire per uscire dall'immobilismo (A guide to shaking off the doom and gloom, Financial Times, 10 novembre 2011): "Resilience is hard won, and the path is never smooth. Morover, delusional optimism can surely be dangerous, but I know that the power of indomitable leadership in business should not be understimated".

Joseph Schumpeter
Il talento non è una dote sufficiente? Lady Gaga: “Nel mondo del pop è solo un ingrediente. Il performer deve anche essere spavaldo, e allo stesso tempo inafferrabile; non deve permettere al pubblico d´imprigionarlo in un cliché. Per me, la cosa più importante è sempre stata quella di liberare quanta più gente possibile, partendo da me stessa naturalmente; di rendere i miei fan consapevoli del fatto che ognuno di noi è portatore di un tipo di bellezza, che tutti sono in grado di far emergere la propria personalità, la propria identità. Questo era il messaggio di The fame, il disco da cui tutto è cominciato”.

Le chiedono a cosa servono i soldi. E lei: “A tener lontani gli squali, a nutrire le certezze (la famiglia) e ad alimentare i sogni. Io spendo solo per avere queste certezze, non mi sono ancora comprata una casa, un´automobile per me (non ho neanche la patente, quando guido lo faccio illegalmente). Investo tutto nel mio spettacolo, sulle mie idee”. Vale il detto milanese: "Ofelè, fa' il to mestèe"

La sfida di un performer? ”E’ quella di diventare una versione sempre più grandiosa di se stesso. Sono ricca ma non ho smesso di fare i compiti a casa. Fino a un attimo fa ho rivisto con i miei collaboratori la perfomance tv di stasera. L´abbiamo studiata, vivisezionata, perché ne ho un´altra subito dopo a Londra e dobbiamo fare meglio. Credo sia proprio questo tipo d´impegno che separi quelli che hanno un hit e poi scompaiono da coloro che invece diventano artisti longevi. In una vita si può rinascere mille volte, non sono nata regina del pop, ma nel mio destino c´era scritto il cambiamento”.

Chiudo ricordando la dichiarazione di Lady Gaga al suo passaggio in Via del Gesù: "Sono italiana anch'io. Italia, sei il futuro!".

2 commenti:

  1. Ricevo e pubblico:

    Lady Gaga live: il messaggio è il media
    I quattro ragazzotti che hanno l’incombenza di tirare le ventuno per l’inizio dell’evento hanno scelto di farlo col rumore. Tre chitarre grattano furiosamente nel duello impari col batterista senza cavare un accordo nemmeno per caso mentre il leader, uno smilzo in costumino zebrato cerca di coinvolgere la platea impaziente provocandola a imitare i suoi urletti striduli. Mi viene in mente Lionel Hampton quando trascinava il pubblico a gridare e-ba-buriba- col suo vibrafono, ma era altra musica.
    Intanto s’è fatto tardi e i Darkness, così si chiama il gruppo, possono finalmente tornarsene nell’oscurità senza che nessuno li rimpianga. Astutamente la regìa ha scelto di diffondere musica di Bach nell’intervallo per liberare il palco ma anche, credo, per bonificare le nostre orecchie violentate dai decibel.
    E finalmente si alza il sipario con la nostra invocata castellana che ci fa vedere che è nata così, born this way, sbucando da un’immensa vagina, nel tripudio di diecimila monsters non tutti little. Dominano le quindicenni che conoscono ogni parola di ogni brano e sbracciano verso Lei, i più grandi che cercano intese e sottintesi con i coetanei e genitori che cedono al push del ritmo incalzante e ondeggiano pure loro, abbandonandosi al carisma di Gaga che non ci lascerà fino al congedo finale, buonanotte Miiilano, avviluppata nel nostro tricolore.

    Gaga è un impasto alieno di energia, talento, intuizione e marketing geniale, avvolgente e sapiente, aggressivo il giusto, disseminato di inviti a essere se stessi “io sono voi, voi mi avete creato” e riconoscenza “grazie per essere venuti qui e avere comprato il biglietto”. Gaga è l’evento, una nuova era di comunicazione, l’oracolo che parla col cuore ai suoi adepti (addicted?) e sa farsi ascoltare, predica il rispetto della famiglia e li invita a fottersene di tutto per essere se stessi, s’inventa un’immensa catena bianca di giovani braccia protese al cielo come uno scambio laico del segno di pace, coccola i fans adoranti ai suoi piedi e li dècima spietata scegliendo uno ad uno pochi privilegiati per ammetterli al backstage.
    Gaga è sempre lì sul palco sopra tutto e tutti, spettacolo nel suo spettacolo perfetto di suono e luci, si offre condiscendente agli occhi e agli iPhone che si illuminano diventando anch’essi spettacolo.

    Domani, sempre nel suo amatissimo straccetto Versace per la gioia di Donatella e il fastidio di Armani sarà chissà dove col suo stupefacente messaggio che deve darci da pensare. Imperdibile, soltanto –per me- con una Lady di troppo nel nome.

    Mi basta Gaga
    Bruno Bonsignore

    RispondiElimina
  2. un bel post... da utilizzare nelle facoltà di economia italiane...

    RispondiElimina