"Tutti noi siamo cresciuti con alcuni punti fermi di
carattere politico/culturale. Fra questi, il trinomio "libertè, egalitè,
fraternitè" della Rivoluzione francese.
Senonchè, gli eventi di questo momento storico stanno
mettendo in crisi il concetto stesso di uguaglianza. "Uno vale uno" dicono i pentastellati.Venti sconosciuti residenti nello stesso luogo indicano sul web il nome di uno di loro (probabilmente un sodale abituale di chissà quali bagordi) e pretendono che il suddetto divenga il candidato sindaco delle prossime elezioni comunali, costringendo Grillo a comportarsi come un classico dittatorello "ancien regime" per evitare guai peggiori.
Secondo una seria ricerca appena pubblicata, nel nostro paese l'analfabetismo di ritorno è così diffuso che l'80% non capisce quello che legge. Ciò tuttavia non impedisce ad una massa sempre crescente di persone di usare i nuovi strumenti del social network per insultare la Presidente della Camera dei deputati e chiunque altro passi loro in mente di aggredire.
Umberto Eco ha acutamente osservato che "la diffusione del web ha sdoganato i cretini", il cui raggio di azione era prima limitato al Bar Sport, dove potevano esprimersi dinanzi ad un bicchiere di vino o un mazzo di carte. Ma, più in generale, occorre avere il coraggio di porci alcune domande scomode. Davvero Don Gino Rigoldi è uguale all'imam che predica la violenza e supporta l'attentatore dell'Isis?
E i Medici senza Frontiere che operano in Siria e a Mosul sono uguali agli sconosciuti che hanno massacrato e ucciso un giovane vicino a Roma? Il Dalai Lama è uguale ad Assad? Papa Francesco è uguale ad Al Baghdadi?
Un signore molto furbo mi ha detto tempo fa che non bisognerebbe mai porsi delle domande troppo imbarazzanti, in modo da vivere meglio. Non è così. Tutte le nostre certezze sono state messe in crisi da quanto sta succedendo nel mondo. Armiamoci di tanta umiltà ed affrontiamo quindi i problemi, nella speranza di arrivare ad una soluzione. Garantire a tutti pari opportunità non può significare fingere che tutti siano uguali".
L'avv. Amoroso ha fatto riflettere altri membri dell'APE. Gianfranco Pisani ha voluto condividere alcune considerazioni:
"Non c’è uguaglianza tra chi è garantito, a tutti i livelli
(dal presidente della Corte dei Conti sino all’ultimo bidello) e chi no,
dall’imprenditore alle partite iva che nascondono la disoccupazione.
L’aumento
delle retribuzioni nel pubblico impiego negli ultimi anni, a prescindere dalla
produttività, è il sintomo più scandaloso di questo; mentre gli altri – i non
garantiti – soffrono dei prezzi sempre più tirati che il mercato offre loro, e
dei tempi di pagamento infiniti che i garantiti gli propinano (tanto a loro
che je frega? sono pagati dallo stato, c’hanno i diritti!!)
Questa differenza “trasversale” è, e sempre più sarà a
mio avviso, la chiave di volta della nuova lotta di classe. Quindi 1 vale 1 va abbattuto, come quando nella
sanità puoi i) aspettare mesi il tuo turno, oppure ii) pagare ed essere curato
subito, con buona pace dei diritti!
Il punto è che questa posizione scomoda va dichiarata
in esplicito PRIMA dei plebisciti, e non dopo, come nel caso Brexit/Raggi/Trump".
Io sono d'accordo con l'amico Pisani. Molti diritti sono privilegi acquisiti, come scrisse l'insigne giurista Arturo Carlo Jemolo nel 1978: “La parola “diritto acquisito” ha un fascino grande, presso i più degl’italiani, che non credono si debba scrutare come quel diritto sia stato acquisito né se abbia un fondamento in norme razionali o piuttosto in abusi”.
Favorire alcune categorie significa avvantaggiare chi sta già bene.
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