mercoledì 26 febbraio 2014

Dottor Sorriso, una storia vincente

Ci sono persone che danno tutto nel privato, altre che si impegnano come civil servant nel settore pubblico - un nome su tutti, Paolo Baffi, integerrimo Governatore della Banca d'Italia dal 1975 al 1979 - e chi si dedica al non-profit.

Cristina Bianchi è l'anima di Dottor Sorriso Onlus, una Fondazione che aiuta i bambini a non sentirsi in ospedale.

Qualche anno fa l'economista francese Esther Duflo ha analizzato come la finanza abbia sottratto talenti all'economia reale. Con gli stipendi "irrazionali" concessi dale banche d'affari, molti giovani dotati e qualificati si sono buttati nel mondo del quantitative finance: "La massiccia deregulation del settore finanziario, iniziata negli anni Ottanta, nonché l’opportunità di guadagnare moltissimo , sono state accompagnate da una crescita nel numero e nelle competenze di chi lavora in questo settore. E, sempre secondo Philippon e Reshef, bisogna risalire al 1929 per constatare un divario simile tra la preparazione media degli operatori della finanza e coloro che lavorano negli altri settori. La crescente complessità dei prodotti finanziari degli ultimi trenta anni ha reso interessante il settore finanziario per qualsiasi laureato, preparato e intelligente".

Nella stragrande maggioranza dei casi vale la definizione coniata da Edward Chancellor di breakingviews.com per i quants: "Nome dato a matematici e fisici di second'ordine che hanno superato i dubbi e gli scrupoli che la scienza impone, in cambio di una Porsche".

Fortunatamente per noi, c'è qualcuno che ha fatto il percorso inverso, auspicato dalla Duflo. Infatti Cristina è uscita dal mondo della finanza e si è buttata completamente nell'avventura di Dottor Sorriso.

Aiutare i piccoli pazienti ad evadere dalla tristezza e dalla paura, per tornare a sorridere, semplicemente, come bambini, è un’impresa tutt’altro che semplice.

Il ricovero in ospedale rappresenta un trauma per il bambino, che si trova improvvisamente in un ambiente sconosciuto, lontano dal mondo di giochi che gli è familiare e di fronte a strumenti e procedure sgradevoli.

L’esperienza del ricovero genera nel bambino disagio fisico e psicologico, a cui si accompagna l’ansia dei genitori verso la situazione del proprio figlio. Sentimenti come paura, rabbia, noia e tristezza possono diventare un ostacolo alla terapia medica, in quanto diminuiscono la capacità del bambino di reagire e affrontare i traumi.

E’ qui che l’intervento del clown si può rivelare determinante, e arrivare là dove i medici tradizionale non riescono ad arrivare: influire positivamente su tutte le persone coinvolte nel processo terapeutico. I clown distraggono e divertono i bambini, aiutandoli ad affrontare con maggiore leggerezza il contesto ospedaliero, anche nelle situazioni più difficili, come nei reparti di lunga degenza; alleviano la preoccupazione ed il senso di impotenza dei genitori, consentono allo staff medico di operare con maggiore serenità.

Nella maggior parte dei casi i clown dottori non sono medici: sono figure professionali che posseggono due grandi ambiti di competenze. Da una parte la preparazione artistica legata alla figura del clown (mimo, teatro, giocoleria, musica, etc.). Dall’altra le competenze pedagogiche e l’empatia, la capacità di mettersi velocemente e credibilmente nei panni dei pazienti, per trovare la modalità di interazione migliore, in funzione della loro età e condizione psico-fisica.

Per questo la clownterapia non può essere un’attività improvvisata. In Italia, la prima organizzazione ad avere portato questo servizio di assistenza nei reparti pediatrici è stata, nel 1995, Dottor Sorriso Onlus.

I clown di Dottor Sorriso Onlus oggi operano in 23 reparti di 14 strutture sanitarie in 8 province italiane, portando il sorriso a più di 350 bambini ogni settimana. La Fondazione è stata inoltre la prima ad introdurre la clownterapia negli istituti di riabilitazione, per portare il sorriso ai bambini affetti da disabilità disabilità intellettive e motorie.


Ma gli effetti benefici della clownterapia sui pazienti sono stati verificati anche a livello scientifico. Ridere attiva tutte le parti del corpo umano: il cuore e la respirazione accelerano i loro ritmi, la pressione arteriosa diminuisce e i muscoli si rilassano. Anche la chimica del sangue si modifica, in quanto, tanto più la risata è esplosiva e spontanea, tanto più diminuisce la tensione e si manifesta una sensazione di liberazione che coinvolge tutti gli organi e le funzioni corporee.

 
Il prossimo 1° marzo è in programma a Champoluc - gli aficionados tra cui i sempiterni Leopedrazzi e Siepolone preferiscono chiamarla Shampolook - la Coppa Sorriso,  una gara di sci per grandi e piccini. Iscivetevi, cari lettori, così aiutiamo chi si trova in ospedale ad uscirne felice e guarito.

lunedì 24 febbraio 2014

Il successo di Facebook e WhatsApp, l'assenza del venture capital nostrano e l'Economico di Senofonte

Il 4 febbraio di 10 anni fa, Mark Zuckerberg insieme a due co-fondatori, lancia Facebook ad Harvard University.

In Italia nel febbraio 2004 vengono arrestati Sergio Cragnotti e i figli per il crack della Cirio.

In queste due parabole di crescita c'è la differenza tra Italia e Stati Uniti. Noi guardiamo al passato, dando fiducia a persone di dubbia qualità, negli Stati Uniti ferve il mondo del private equity, dei fondi di investimento focalizzati sulle start-up innovative e sul seed financing, sul finanziamento alle imprese promettenti, affinchè crescano a tassi vertiginosi. Come nel caso di Facebook.

Facebook nel dicembre 2004 raggiunge 1 milione di iscritti. Nell'aprile 2006 Facebook è accessibile dal telefonino. E nel 2008 arriva la chat Facebook. Nel Maggio 2012 Facebook goes public, diventa public, ossia una parte delle azioni viene ceduta dagli azionisti della prima ora, per cui attraverso la quotazione le azioni di Facebook diventano negoziabili ogni giorno sul Nasdaq, acronimo di National Association of Securities Dealers Automated Quotation, il mercato delle società high tech più importante del mondo.

Ma Zuckerberg non si ferma mai. Chi lo fa, nel mondo supersonico di oggi, è perduto. Per cui, dopo aver acquistato Instagram per 715 milioni di dollari, ora ha chiuso il deal con WhatsApp - sistema di messaggistica nato 4 anni fa che connette 450 milioni di clienti nel mondo (7.000 miliardi di messaggi inviti solo nel 2013) - con un'operazione record di 19 miliardi di dollari (fatturato è ridicolo, solo 50 milioni). Nota di colore: WhatsApp ha solo 55 dipendenti, il che significa 345 milioni $ a dipendente.

Mentre in Italia le imprese tendono a rimanere piccole, negli States c'è voglia di crescere e di quotarsi. Nel più breve tempo possibile. La velocità della crescita è legata a numerosi fattori, non ultimo la disponibilità di finanziamenti da parte dei private equity.

Come ha scritto l'economista d'impresa Marco Vitale le basi del capitale di rischio e del private equity si trovano nell'Economico di Senofonte, dove il giovane titolare di un’impresa agricola di successo, Iscomaco, spiega a Socrate che, accanto alla buona gestione, uno dei segreti è di acquisire il controllo dei cespiti non valorizzati, di valorizzarli e poi di cederli con un buon guadagno di capitale. Per coloro che sono capaci di darsi da fare e coltivano la terra con ogni sforzo, vi è un modo di far denaro con l’agricoltura, che mio padre praticò personalmente e mi insegnò. Non permise mai che si comprasse della terra già coltivata, ma, quella che, per trascuratezza o l’incapacità dei proprietari, era improduttiva e non aveva piante. Diceva che le terre coltivate costano molto denaro e non possono essere migliorate; riteneva che le terre che non possono essere migliorate non danno altrettanta soddisfazione, e pensava che ogni oggetto di proprietà quando migliora, è una cosa capace di rallegrare moltissimo. Ma nulla presenta un miglioramento maggiore di una terra che da improduttiva diventa fertile. Tu sai bene, Socrate, disse, che noi abbiamo già moltiplicato varie volte il valore originario di molte terre. Udito ciò gli domandai: Iscomaco, le terre che tuo padre aveva dissodato, le teneva per sé o le vendeva, se trovava modo di guadagnarci molto denaro? Le vendeva, disse Iscomaco. Ma subito ne comprava delle altre, improduttive, per il suo amore per il lavoro".
Vale la pena citare il passaggio: "

Quando Facebook si è quotata nel maggio del 2012, si è parlato in Italia per mesi della discesa del prezzo post quotazione. Siamo proprio dei provinciali, guardiamo il dito e perdiamo di vista la luna. Il 21 Maggio 2012 il Sole 24 Ore titolò: Facebook crolla dell'11% sotto il prezzo dell'Ipo (Initial public offering, ndr).
Non si è capito o non si è voluto capire che l'enorme quantità di risorse finanziarie derivanti dalla cessione ha consentito e consente di finanziare altre migliaia di iniziative imprenditoriali che in Italia non si riescono a finanziare per carenza di VC e di finanziamenti di capitale di rischio.
Come ha scritto Leonardo Maugeri sul Sole 24 Ore del 7 febbraio scorso, secondo i dati di Start Up Italia, esistono solo 1.127 start up innovative, di cui solo 113 finanziate, per un misero totale di poco più di 110 milioni di euro investiti nel 2013. Bazzeccole, peanuts rispetto agli oltre 10 miliardi di dollari investiti dai VC statunitensi nel solo 2013.

Facebook ha fissato il presso di Ipo a 38 dollari. Gli investitori hanno cercato di capire se il modello di business avrebbe retto. Lo scetticismo ha avuto la meglio - nel breve termine - e il prezzo è sceso fino a 22,67$. Oggi, che vale nell'intorno di 64$, tutti i soloni che hanno accusato il capitalismo anglosassone di "fregare" gli investitori, si trovano a vedere il prezzo di FB in crescita del 68% dalla quotazione.
Un miliardo e 230 milioni di utenti, ogni secondo 41mila persone aggiornano il loro status, raccontano come stanno. Ogni minuto ci sono 1,8 milioni di "Mi piace". Solo in Italia sono 17 milioni coloro che visitano Facebook almeno una volta al giorno.

La capitalizzazione di FB ha raggiunto livelli incredibili, 176 miliardi di dollari, considerando che è nata 10 anni fa. Zuckerberg non ha ancora 30 anni ed è uno degli uomini più ricchi (e più giovani) del mondo.
Il matematico Odifreddi sarcasticamente ha parlato di Facebook come di "una nuova religione, che in dieci anni ha conquistato un miliardo di fedeli: più o meno quanti il cattolicesimo ne abbia conquistati in due indaffarati millenni".
Chiudiamo con la riflessione che condividiamo del sociologo Magatti sull'Espresso: "C'è la tendenza, tra gli adolescenti, di vivere il momento presente in senso assoluto, senza ieri e senza domani. E' saltata dai nuovi strumenti, dove gli scambi sono effimeri e temporanei. Una delle conseguenze è che le relazioni diventano superficiali e puntiformi. A spingere i giovani a vivere solo nella superficialità del presente, in realtà sono le attuali condizioni socio-economiche. Che impediscono loro di immaginarsi un futuro".
E siamo da capo. Il futuro non è più quello di una volta.

lunedì 17 febbraio 2014

Parte il Governo Renzi ma permane l'inconcludenza dei grillini, capaci solo di dire no

A un anno dalle elezioni politiche, abbiamo un nuovo presidente del Consiglio, Matteo Renzi - gli facciamo i migliori auguri perchè ne ha tanto bisogno, il lavoro da fare è immenso - ma c'è sempre una parte dell'elettorato che ha votato per la palingenesi di Grillo e abbiamo visto quindi i voti andare in frigidaire poichè Grillo si oppone a tutto e tutti, non concludendo nulla. Il vuoto assoluto. A distruggere sono buoni tutti. Essere propositivi e costruire è molto più difficile.

Non ne poteva seguire  che il rifiuto di partecipare alle consultazioni, considerate un rito assurdo della vecchia Repubblica. Il solito atteggiamento oppositivo che non porta da nessuna parte.

Voglio portare alla vostra attenzione un caso, che la dice lunga sulla memoria degli italiani, sul fatto che si può dire tutto e il contrario di tutto, tanto la gente si dimentica. Io no.

Siamo nell'estate 2011, con la Banca centrale europea che scrive (lettera fermata da Trichet e Draghi) a Berlusconi, con lo spread in volo e la delegittimazione del governo italiano ai massimi livelli.
Grillo afferma:
Estate 2011. Il Governo Berlusconi traballa, crisi tra Lega e Pdl, impossibilità di varare una manovra credibile. Inizia la speculazione finanziaria, lo spread sale. Grillo scrive al Presidente Napolitano:
«Lei non può restare inerte. Lei ha il diritto-dovere di nominare un nuovo presidente del Consiglio al posto di quello attuale. Una figura di profilo istituzionale, non legata ai partiti, con un l’unico mandato di evitare la catastrofe economica e di incidere sulla carne viva degli sprechi». (Beppe Grillo, 30 luglio 2011).

Siamo nel 2014 e Grillo ha cambiato idea:
"Berlusconi era allora un presidente del Consiglio regolarmente eletto, non era ancora stato condannato e fatto decadere. Fu sostituito con un tecnocrate scelto da Napolitano senza che il Parlamento sfiduciasse il governo in carica. Oggi, dopo due anni e mezzo, sappiamo che lo spread non ha (né aveva) nulla a che fare con l’economia reale. Infatti lo spread è sceso mentre l’Italia è in profonda recessione, stiamo molto peggio del 2011. Sappiamo anche che un Presidente della Repubblica ha svolto funzioni che non gli sono attribuite dal suo incarico senza che gli italiani ne fossero informati".
Siamo alla commedia dell'assurdo. Il governo Berlusconi era andato sotto in occasione della votazione del rendiconto dello Stato e in una Repubblica Parlamentare il Presidente deve verificare se esiste una maggioranza diposta a votare la fiducia a un nuovo governo. Cose ribadite pochi giorni fa al Corriere della Sera da Napolitano stesso dopo le presunte rivelazioni - fumo vero - nell'ultimo libro di Alan Friedman.
Il filosofo Remo Bodei ha compiuto un analisi condivisibile: questi giovani volenterosi sono telecomandati da due opache figure (Beppe e Gianrobbè), le quali "non riescono a mettere nulla in pratica perchè si punta a distruggere gli avversari e prendere il potere sulle macerie".

Io la penso come Umberto Eco che nella sua rubrica La bustina di Minerva sull'Espresso del 13 febbraio scrive: "Ecco un movimento che non si vuole extraparlamentare, che si presenta alle elezioni, che vanta un consenso elettorale, ma poi delegittima quell parlamento, in cui è entrato con tutti gli onori, trasformandolo in un bivacco di manipoli. Evidentemente c'è una contraddizione, perchè un parlamento ridotto a un bivacco di manipoli delegittima anche i bivaccatori che hanno ambito a diventarne membri. Un poco la storia del signore che si evira per far dispetto alla moglie".

lunedì 3 febbraio 2014

Dietro l'ultimo film di Virzì "Il capitale umano" ci sono le sparate di Bossi e della Lega sul boicottaggio dei BOT

Nel pregevole "Il desiderio di essere come TUTTI" (Einaudi, 2013), Francesco Piccolo - sceneggiatore del "Caimano" di Nanni Moretti, racconta la totale immersione storica per poter scrivere la sceneggiatura del film, che evoca chiaramente Silvio Berlusconi.

Quando Moretti ha ingaggiato Piccolo, quest'ultimo è entrato in un vortice dove l'unico obiettivo era capire veramente Berlusconi attraverso le sue dichiarazioni (soprattutto agenize di stampa, di modo da studiare il virgolettato esatto), gli scritti, i comportamenti.

Credo sia avvenuto lo stesso nel caso del Capitale umano, che vede Virzì alla regia, Francesco Piccolo e Francesco Bruni come sceneggiatori.

A me il film ha ricordato un libro di successo negli Stati Uniti post crisi finanziaria: "The big short" di Michael Lewis, che narra la più grande operazione ribassista della storia. Ossia la vendita allo scoperto dei titoli strutturati legati alla bolla immobiliare Americana. I titoli sono definiti Collateralised Mortgage Obligation (CMS) o Collateralised Debt Obligation: sono titoli strutturati il cui rendimento è legato alla bontà dell'insieme dei mutui che costituiscono il sottostante.
Qualche saggio finanziere ha capito per tempo che la bolla sarebbe scoppiata e ha venduto allo scoperto. Il caso ha avuto un ruolo rilevante. Stiamo attenti a scambiare la fortuna con la bravura (Nassim Taleb, Giocati dal caso, cit.). Uno di questi hedge fund manager, John Paulson, ha guadagnato di sole performance fee qualcosa come 4 miliardi (miliardi, avete letto bene) di dollari. Poi negli anni successive è andato "lungo" di oro e materie prime e ha fatto perdere ai clienti molto di più di quello che aveva fatto loro guadagnare.

Andare short (corto), in finanza, significa prendere una posizione ribassista, vendere un titolo - azione, obbligazione, indice, prodotto derivato - senza detenerlo. Per andare short bisogna farsi prestare I titoli da un intermediario chiamato stock lender. I titoli che lo stock lender ci presta li consegnamo a colui che ha comprato da noi.
L'operazione di short selling, il rischio è elevato: si guadagna se il titolo scende. Se sale si può perdere l'intero capitale.

Nel film in questione - Il capitale umano - il finanziere brianzolo Giovanni Bernaschi, interpretato dal bravo Fabrizio Gifuni, decide di andare short sull'Italia, convincendo i suoi clienti investitori a seguirlo in questa operazione ribassista.
Quando sembra che le cose si mettono male - ossia l'Italia si riprenda e lo spread scende - e tutta l'operazione fallisca (compromettendo anche il capitale conferito dall'ingenuo Dino Ossola, alias Bentivoglio, ambizioso immobiliarista), l'Italia crolla, lo spread vola e Bernaschi organizza una grande festa nella sua villa per coronare una vittoria storica.
Nelle battute finali, la moglie di Bernaschi, Carla - l'attrice Valeria Bruni Tedeschi, per me la migliore - dice al marito: "Avete scommesso sulla rovina del nostro Paese e avete vinto".
E lui, Bernaschi: "Abbiamo vinto, amore. Abbiamo vinto. Ci sei anche tu".

La mia idea è che Virzì, con gli sceneggiatori, nell'ambito della ricerca storica, si siano imbattuti nelle dichiarazioni del leader della Lega Bossi, il quale per anni ha continuato a blaterare contro i titoli di Stato italiani (BOT e BTP), invitando i risparmiatori italiani al boicottaggio.

Cercando velocemente su google, ho trovato un articolo del 4 ottobre 1992, quando il Corriere della Sera titola: Guerra ai BOT, sassate a Bossi: "Duro e dettagliato attacco del presidente del Consiglio alla Lega Nord e a "un insieme di comportamenti che possono essere eversivi". Ma anche un monito a quelle forze che operano per destabilizzare la maggioranza e per condizionare "il timoniere", cioe' lo stesso capo del governo, alle prese con la drammatica crisi finanziaria. In un' intervista a Giuliano Ferrara, nell' "Istruttoria" di ieri sera, Giuliano Amato ha espresso un giudizio fortemente negativo sugli inviti leghisti a non comprare Bot, a non pagare le tasse, a portare i capitali all' estero. "Magari uno a uno sono solo comportamenti sgradevoli o non commendevoli. Quando si comincia a invitare la gente a non pagare le tasse, a non comprare i titoli di Stato, a pretendere di battere moneta, non si capisce se questo e' uno scherzo o una cosa fatta sul serio. Fatto sta che anche nei bar di Roma questi signori si presentano con monete coniate da loro. Insomma, c' e' un insieme di fatti che mettono in discussione l'unita' nazionale".

L'Italia ce l'ha fatta, Bossi ha avuto torto, chi ha tenuto duro e comprato titoli di Stato italiani ha guadagnato nel corso degli anni. Settimana scorsa l'asta dei CTZ ha segnato il minimo storico di ogni tempo.

Alla luce del bashing contro l'euro e i BOT non devono tanto stupire le scelte di gestione del patrimonio della Lega - costituito dai rimborsi elettorali - investiti in diamanti e in conti a Cipro e in Tanzania. Chapeau, Mr Belsito!