giovedì 4 aprile 2013

Andare nelle scuole a insegnare significa dare senso alla propria vita

Spesso nella vita frenetica che mi contraddistingue, alcuni mi chiedono dove trovo il tempo per andare a insegnare "Educazione Finanziaria" nelle scuole - elementari e medie.

Io rispondo che confrontarmi con i bambini e ragazzi mi rende felice perchè tutto ciò dà senso alla mia vita. Ma cosa significa dare senso? Prendo a prestito le parole del filosofo Salvatore Natoli: "Per la sua immensa e imprevedibile ricchezza la vita va coltivata, custodita, salvaguardata" (Stare al mondo. Escursione nel tempo presente, Feltrinelli 2008). O per riprendere Vladimir Jankelevitch: "La vita non è donata che una sola volta all'uomo, e non gli sarà rinnovata. La vita è dunque ciò che c'è di piu serio. Non perdete questa chance unica in tutta l'eternità".

La banca centrale europea ha stimolato le singole banche del Sistema europeo di banche centrali a sviluppare una politica di educazione finanziaria.

L’iniziativa di financial education - finalizzata a introdurre tale materia direttamente nei curricola della scuola - è volta a promuovere un programma di sviluppo che assicuri alle giovani generazioni gli strumenti cognitivi di base per assumere in futuro scelte consapevoli in campo economico e finanziario sia come cittadini, sia come utenti dei servizi finanziari.

E' opinione ormai diffusa che la mancanza di educazione finanziaria - e le asimmetrie informative conseguenti - sia tra le cause della crisi finanziaria passata.
Uno studio del Centre for Economics and business research ha calcolato che la mancanza di educazione finanziaria costa 3,4 miliardi di sterline alla Gran Bretagna.

La responsabile del progetto americano di Financial Education, Anna Maria Lusardi, ha scritto efficamente: "Proprio la crisi ci ha dimostrato come la scarsa conoscenza di nozioni economiche e finanziarie di base sia diffusa in larghi strati della popolazione, sia negli Stati Uniti sia in Europa. E ciò porta a prendere decisioni sbagliate sui mutui come sulle pensioni. Le conseguenze sono disastrose non solo a livelli microeconomico, ma anche macroeconomico. Per questo gli Usa hanno lanciato alcuni programmi per l'alfabetizzazione finanziaria nelle scuole".

La Banca d'Italia ha a tal scopo realizzato dei pregevoli Quaderni didattici che consentono di trasmettere conoscenze di base ai bambini di quarta elementare e di seconda media. Dategli un'occhiata, magari vi vien voglia di studiare.

Bene. Settimana scorsa ero in una seconda media di Milano, la Mauri in zona corso Vercelli. Una bambina molto sveglia, Carolina, mi ha chiesto: "Prof., quando pensa che finirà la crisi economica?". Io ho riflettuto brevemente e ho pensato che sarebbe stato interessante sentire il parere delle tre classi che mi stavano ascoltando.
Allora diversi ragazzi hanno alzato la mano per intervenire. Tre risposte, tra le tante, mi hanno veramente entusiasmato. Eccole:

1) "Fino a quando l'italiano continuerà a lamentarsi e protestare non usciremo dalla crisi". Ho sorriso e pensato a un uomo politico che piange in continuazione da 20 anni, dicendo che ha tutti contro, che lo vogliono distruggere, che tutti remano contro di lui. Tant'è.

2) "Usciremo dal pantano quando gli italiani inizieranno a osservare e rispettare la Costituzione". La prossima volta porterò il libro di Gherardo Colombo (Sulle Regole, Feltrinelli, 2008) che scrive: "La società verticale è organizzata gerarchicamente: i diritti e i doveri sono distribuiti in modo discriminato, a qualcuno tanti diritti e pochi doveri, e a tanti molti doveri e pochi diritti. La società orizzontale, invece, è strutturata in modo che tutte le persone siano, per quanto è possibile, sullo stesso piano, ciascuna con diritti e doveri analoghi a quelli degli altri. Perché una società sia orizzontale non basta che le leggi la organizzino in tal modo, è anche necessario che le leggi siano rispettate dai cittadini".

3) "Per uscire dalla crisi è necessaria più fiducia così possono aumentare i consumi". In Italia ci fidiamo solo della nostra famiglia e dei nostri amici. Senza enforcement non abbiamo alcun incentivo a fidarci anche delle persone che non fanno parte della nostra cerchia ristretta. Senza fiducia non c'è crescita economica.

Ecco, dopo aver sentito la freschezza di questi ragazzi che hanno dato risposte sorprendenti per chiarezza ed efficacia, non vedo l'ora di tornare in classe per "dare senso" a quello che faccio.

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