venerdì 14 ottobre 2011

Gli indignados fuori da Banca d'Italia. Hanno clamorosamente sbagliato target

La protesta dei giovani in tutto il mondo - ne parlammo nel post Los indignados: il futuro non è più quello di una volta - è arrivata anche in Italia, paese tipicamente follower.

Ma l'intrinseca fragilità della democrazia italiana non deve portare all'invasione del populismo e dell'incompetenza. Se c'è un centro di merito, di competenza, di ricerca, denso di valori, questo è Banca d'Italia.
A palazzo Koch regnano l'indipendenza di giudizio, il rigore analitico, l'impegno civile. La reputazione dei civil servant italiani è altissima nei consessi internazionali di tutto il mondo.

E dove vanno i giovani indignati a protestare? Davanti alle sedi di Bankitalia. Hanno clamorosamente sbagliato target.

Io invito i giovani Indignati a leggere l'ultimo intervento di Mario Draghi, Governatore fino a fine ottobre di Banca d'Italia, in occasione delle Celebrazioni del 150° dell'Unità d'Italia.

Mario Draghi
Mi permetto di segnalare i seguenti passaggi del Governatore:

1) Le sorti di un paese di medie dimensioni privo di materie prime quale il nostro dipendono dalla sua capacità di fare interagire la propria economia con quella internazionale. Con le parole del grande storico Carlo M. Cipolla: “L’Italia prospera quando sa produrre cose che piacciono al mondo”.

2) Senza aggredire alla radice il problema della crescita lo stesso risanamento della finanza pubblica è a repentaglio. Abbiamo più volte indicato gli interventi necessari in ambiti essenziali per la crescita come la giustizia civile, il sistema formativo, la concorrenza, soprattutto nel settore dei servizi e delle professioni, le infrastrutture, la spesa pubblica, il mercato del lavoro, il sistema di protezione sociale.

3) Nella Venezia del Seicento o nell’Amsterdam del Settecento, società ancora ricche, a una lunga stagione di grande dinamismo era seguito l’affievolirsi dell’impegno a competere, a innovare. Gli sforzi prima diretti al perseguimento della crescita furono indirizzati alla difesa dei piccoli o grandi privilegi acquisiti da gruppi sociali organizzati. In un’economia che ristagna, si rafforzano sempre i meccanismi di difesa e di promozione degli interessi particolaristici. Si formano robuste coalizioni distributive, più dotate di poteri di veto che di capacità realizzativa. Il rafforzamento di tali coalizioni rende a sua volta sempre più difficile realizzare misure innovative a favore della crescita. È compito insostituibile della politica trovare il modo di rompere questo circolo vizioso prima che questo renda impossibili, per veti incrociati e cristallizzati, le misure necessarie per la crescita.

4) È importante che tutti ci convinciamo che la salvezza e il rilancio dell’economia italiana possono venire solo dagli italiani. Una nostra tentazione atavica, ricordata da Alessandro Manzoni, è di attendere che un esercito d’oltralpe risolva i nostri problemi.1 Come in altri momenti della nostra storia, oggi non è così. E' importante che tutti i cittadini ne siano consapevoli. Sarebbe una tragica illusione pensare che interventi risolutori possano giungere da fuori. Spettano a noi".

Mario Monti
Quest'ultimo passaggio è la risposta alle analisi di Mario Monti, espresse in un significativo articolo sul Corriere della Sera: Il podestà forestiero.

5) Quanto alla crescita, l’urgenza deriva non solo dagli effetti positivi che ne scaturirebbero sulla finanza pubblica, ma soprattutto dal dovere non più eludibile che abbiamo nei confronti dei giovani, un quarto dei quali sono senza lavoro.
L’Italia deve oggi saper ritrovare quella condivisione di valori comuni che, messi in sordina gli interessi di fazione, è essenziale per mobilitare le energie capaci di realizzare, in anni non lontani, una rigogliosa crescita economica e di offrire credibili speranze alle nuove generazioni".

Come si può apprezzare, Mario Draghi e tutta la Banca d'Italia con le loro lucide analisi pensano ai giovani e alle future generazioni. E' la politica che non agisce con rapidità, che perde troppo tempo, che non ha la forza per incidere con riforme strutturali.

Io ai miei studenti dico: C'è un solo antidoto alla disoccupazione. Studiare più degli altri in modo matto e disperatissimo, sviluppando capacità di fare e desiderio di sapere.

14 commenti:

  1. Ciao Benni,
    la penso diversamente. Centro di eccellenza ?!?! Centro della TRUFFA !!!
    Parmalat, Cirio. Chi doveva sapere se non la Banca d'Italia !
    E la vicenda Fiorani ? Il bacio sulla fronte ???
    La vigilanza inutile, burocratica, centralista, sovietica, e asfissiante sugli intermediari finanziari ?
    Se gli indignados sono contro Berlusca va bene, altrimenti no ?

    Ciao e continua a scrivere su questo fantastico blog.
    Matteo Serio

    RispondiElimina
  2. "C'è un solo antidoto alla disoccupazione. Studiare più degli altri in modo matto e disperatissimo, sviluppando capacità di fare e desiderio di sapere." caro beniamino questo consiglio è giusto, ma è quello che dà un genitore o un professore preoccupato del futuro di un singolo ragazzo o di un gruppo circoscritto. ma, al contrario, la politica e le istituzioni si devono occupare del futuro di tutta una generazione, che include per forza di cosa gli eccellenti, ma anche i normali e perfino gli scarsi. viviamo in un mondo che non sa offrire speranza se non alle eccellenze: ma le eccellenze per definizione sono una minoranza che esiste rispetto a una platea di normali. in italia, questi normali, sono condannati alla fame. è questo che mi pare la politica, le istituzioni e persino tu non capite. per poter contare su pane e companatico bisogna essere per forza dei dannati geni? a me non basta mettere in salvo i miei figli dicendo studiate studiate studiate, emergete e lasciate che gli altri affondino. vorrei che si salvasse la loro generazione. che i migliori abbiano il lavoro che meritano ma che i normali abbiano almeno il modo lavorare per mantenersi. perché questo è: i normali non hanno la speranza di guadagnarsi il pane. che stiamo facendo per loro? c'è un modello da cambiare, rispetto al quale studiare studiare non è una soluzione sufficiente. ciao
    paolab

    RispondiElimina
  3. Cara Paola,

    hai ragione. Viviamo in un'epoca che premia i migliori (o suppostio tali). I talenti si prendono gran parte della torta e ai medi (o mediocri) rimane poco o nulla.
    Il mio invito, certo non risolutivo per tutti, è diretto agli studenti universitari. Per gli altri solo la POLITICA, quella vera, può incidere. Il resto sono chiacchiere (e distintivo).
    La Banca d'Italia può solo fare PREDICHE INUTILI (Luigi Eianudi), se la politica non ha orecchie per sentire. bp

    RispondiElimina
  4. Ciao Ben,
    questa volta non sono d'accordo con il tuo pensiero,
    secondo me fanno bene gli Indignados a protestare contro le Banche Centrali, sono loro che non hanno sorvegliato
    e non hanno fatto rispettare le norme e i regolamenti . Sono loro che devono scrivere le linee guida e farle rispettare. paolo r.

    RispondiElimina
  5. Matteo,

    quando c'è da criticare la BI guidata dal pessimo Antonio Fazio, l'ho fatto e con chiarezza, vedasi http://fausteilgovernatore.blogspot.com/2011/04/i-furbetti-del-quartierino-e-antonio.html

    bp

    RispondiElimina
  6. Gli indignatos sono una banda di ignoranti che non meritano il minimo di attenzione. Non sanno neanche distinguere la causa dall’effetto. Si scagliano contro le agenzie di rating e la banca central, come fossero loro la causa della crisi! Alessandro M.

    RispondiElimina
  7. Trovo invece assai azzeccato il luogo della protesta, non tanto per l'identificazione della stessa verso Mario Draghi & co., quanto per la simbolica rappresentazione dell'intero sistema bancario nella Banca d'Italia. Non dimentichiamoci che la Banca d'Italia è PROPRIETA' delle banche!
    Andreas Copper

    RispondiElimina
  8. Bravo Andrea, lo avevo dimenticato ! La BdI e' delle banche......come puo' controllarle VERAMENTE ?
    forte coi deboli e debole coi fort. Eccellenza una ceppa.
    Matteo Serio

    RispondiElimina
  9. Ma gli azionisti di Bankitalia non hanno alcun potere di gestione. La governante consente la separatezza. Gli utili non vanno certo agli azionisti.Bp

    RispondiElimina
  10. Governante con la c, non governante! Ahah bp

    RispondiElimina
  11. Discorso di Barack Obama di ieri: King «avrebbe voluto che si protestasse contro gli eccessi di Wall Street, tuttavia senza demonizzare le persone che lavorano là». In questo passaggio ritrovo il mio commento di venerdì. La protesta è verso il sistema non verso il singolo.
    Andreas Copper

    RispondiElimina
  12. Senza sarcasmo o polemizzare vorrei chiederti cosa ne pensi di Draghi e Goldman Sachs. Di recente, molti esponenti di spicco dell'economia italiana hanno messo in discussione Draghi per via della sua attività nel board della banca americana accusata di frode nel 2010.

    Grazie e complimenti per il blog!

    RispondiElimina
  13. Ma conosci la differenza tra Banca d'Italia e Bankitalia?
    Cosa c'entra (ovviamente c'entra ma per altri motivi) Draghi con Bankitalia?
    Conosci il significato di signoraggio?
    Studia prima di scrivere! Studia! Informati! Studia!

    RispondiElimina
  14. Studiare, studiare tantissimo ma paga ancora?
    Io ho visto persone ignoranti ed incapaci prevalere sulle cosidette eccellenze,perchè avevano le giuste conoscenze nei giusti ambienti,la vittoria dell'arroganza, della menzogna, del furto,della rovina del sistema economico con tanti piccoli errori per il guadagno e la cupidigia di pochi...
    Datemi qualche parola di speranza!
    Lucia

    RispondiElimina