In quest'epoca contraddistinta dalla modernità liquida così ben descritta da Zygmunt Bauman, le elezioni politiche rischiano spesso di favorire i populisti che fanno leva sulla
paura, la vera benzina dei demagoghi di oggi.
Aldo Cazzullo sul
Corriere della Sera invita a non cantare vittoria: "Le ragioni dell'ascesa del populismo sono ancora tutte lì, intatte. Crollo del potere d'acquisto del ceto medio; flussi migratori senza controllo, crisi dell'accoglienza e dell'integrazione".
Nelle elezioni olandesi di settimana scorsa, il Paese in larga maggioranza ha appoggiato i partiti filo-europei, mentre Geert Wilders ha accresciuto i seggi a sua disposizione ma è rimasto in minoranza.
L'attuale premier Mark Rutte dovrà comunque mettercela tutta per formare un nuovo governo. Liberali a parte, nessuna formazione supera il 13%. Il sistema proporzionale puro olandese è fonte di turbamento anche per noi italiani, che andremo a votare nel 2018 con un sistema simile (così pare). Tony Barber sul
Financial Times -
Voting system means game runs away from player on radical wing - sostiene che il sistema olandese "is designed to minimise the threat of extremism and it worked".
Il partito liberal conservatore guidato da Rutte ha preso 33 seggi (contro i 41 del 2012) su 150. Wilders ha guadagnato 5 seggi arrivando a 20 seggi. Dietro i liberali progressisti di D66 (19 seggi) si è piazzata la
Sinistra Verde di Jesse Klaver con 14 seggi.
Jesse Klaver è un giovane immigrato (padre marocchino e madre per metà indonesiana) di 30 anni. Ha preso quasi tanti voti quanti Wilders, ma sostenendo l'opposto: frontiere aperte e società multietnica. Michele Serra su
Repubblica ha sintetizzato così, accusando i media: "Hanno sottovalutato
Trump (noi no!, ndr), hanno sopravvalutato Wilders, non sapevano niente di Jesse Klaver, trent'anni, araqo-indonesiano, cittadino europeo, vincitore morale delle elezioni in Olanda".
Klaver si fa forte con le iniziali del suo nome: "Non per niente mi chiamo JFK, Jesse Feras Klaver, praticamente come il presidente americano
John Fitzgerald Kennedy". Come spesso succede, nelle città i più seri prendono voti. Nei sobborghi, così come negli States, vincono i populisti. La sfida, si gioca nelle campagne. Ad Amsterdam Klaver è stato il più votato.
Il programma dei
Groenen Links? " I Paesi Bassi, dice Klaver, sono un paradiso fiscale per le multinazionali. E queste aziende non portano lavoro, mentre noi paghiamo le imposte che ci spettano". Stop al salvataggio dei banchieri (
Zonin, ha sentito?),
welfare più generoso, energie rinnovabili.
L'Europa ha vinto i quarti di finale; in aprile avremo le semifinali francesi e in autunno la finale tedesca. Sperem.