B. Piccone e M. Alessandra Baffi |
Cara Maria Alessandra,
È con estremo dispiacere che mi accingo a darti l'ultimo
saluto. Una lunga sessione di laurea in università mi impedisce di essere lì
oggi.
Quanti incontri, quante telefonate, quanti vis-a-vis. A Fregene, a Roma, a Milano, perfino
in ospedale a Villa Margherita. Quanta resilienza, quanta energia hai trasmesso
a chi ti ha conosciuto. Quanto affetto mi hai regalato da quando ho preso in
mano le carte di tuo marito Paolo in Banca d’Italia.
Quando trovavo una lettera interessante in archivio, ti
chiamavo e subito mi raccontavi un sacco di cose con la tua voce squillante. E
non smettevi più, parlavi senza fermarti. Con passione. Mi aiutavi con mille
aneddoti a definire “lo spirito del tempo”, lo Zeitgeist della carriera in Banca d’Italia di Paolo Baffi, straordinario servitore dello Stato.
Sei nata ad Oderzo in provincia di Treviso il 5 maggio 1928.
Una lunga vita, piena, densa di soddisfazioni. Due figli, un marito che ha
servito il Paese ad altissimo livello per oltre quarantanni. E tu sei sempre
stata al suo fianco, nei tanti momenti belli e anche nelle tragiche vicende del 1979, quanto ingiustamente Baffi fu incriminato con il vice direttore generale
Mario Sarcinelli. Una campagna di intimidazione da far tremare i polsi. Quando
il presidente emerito Giorgio Napolitano è venuto a Fregene alla presentazione del mio volume “Paolo Baffi, Servitore dell’interesse pubblico”, hai insistito per ospitarmi a casa tua insieme a
moglie e figli, che hai coccolato con amore e che ricordano con affetto la tua
generosità.
Piccone, Napolitano e S. Rossi a Fregene |
Quel giorno alla Biblioteca di Fregene hai voluto
intervenire. Quanta commozione nel ricordare la telefonata di Baffi del 24 marzo 1979 che ti invitava ad andare dalla moglie di Sarcinelli per aiutarla a
preparare la valigia con gli effetti personali da portare in carcere al marito
a Regina Coeli. Che tempi orribili!
Quanto ti sei spesa per le persone meno fortunate! Mi hai
raccontato quanto hai lottato a favore dell’ematologo prof. Franco Mandelli affinchè potesse avere una sede per i “suoi“ bambini malati di leucemia. E alla
fine ci sei riuscita! Mi facevi spesso vedere la foto con Carlo Azeglio Ciampi
che consegnava a te e Mandelli un assegno miliardario (in lire).
E quanto ti sei spesa a Fregene per trasformare la
tenuta Maccarese dei Benetton (veneti come te) nell’oasi di 400 ettari di
Macchiagrande, ora gestita dal WWF! Il 14 agosto 1982 Baffi scriveva al
senatore Cesare Zappulli: “Coltivo alberi che daranno frutti nei tempi lunghi”.
Enrico e Giuseppina, a cui va il mio abbraccio forte e
sincero, riuscivano a fatica a limitare, ormai ottantenne, le tue iniziative.
Non ti sei mai fermata. Ogni volta che organizzavo una presentazione in Banca
d’Italia, un intervento alla scuola Leonardo da Vinci di Fregene con la preside Antonella Maucioni, mi dicevi: “Vengo!”, anche se eri debilitata.
Paolo Baffi |
Sei venuta anche al Salone del libro a Torino a sentire Paolo
Mieli e Nerio Nesi, che hanno ricordato Paolo Baffi con bellissime parole.
Quando il Comune di Fiumicino ha dedicato una Piazza a Baffi, al telefono mi hai
detto: “Piccone, con tutte queste iniziative, mi allunghi la vita”. E io
commosso, allora, cercavo di organizzare altri incontri.
Ora che non ci sei più, piango le mie lacrime.
Ti sia lieve la terra, Maria Alessandra, mi mancherai moltissimo.