B. Piccone, G. Napolitano, S. Rossi |
Dopo l'indirizzo di saluto della presidente della Biblioteca, Marina Pallotta, la parola passa al presidente Giorgio Napolitano, il quale non solo ha letto attentamente il volume, ma ha conosciuto direttamente Baffi, con il quale - da responsabile economico del Partito Comunista Italiano negli anni Settanta - ha avuto modo di confrontarsi.
Napolitano si concentra sulla storia del PCI, che spesso, preda dell’ideologia, perse di vista la logica economica. Nel mio volume si legge: “Con continui e indifferenziati «no» alle proposte di modernizzazione il PCI faceva toccare con mano la propria inadeguatezza a padroneggiare i problemi concreti con soluzioni idonee a un paese industriale. Baffi auspicava l’uscita dal ghetto dell’intellighenzia di sinistra, danneggiata dalla democrazia bloccata, frutto del «bipartitismo imperfetto», spiegato analiticamente da Giorgio Galli.
S. Rossi e B. Piccone |
Il carteggio tra Paolo Baffi e Giorgio Napolitano ci
offre diversi spunti. Il 16 ottobre 1979 Baffi scrive a Napolitano che «il
partito è impegnato, grazie anche a Lei, in una nuova e difficile esperienza». Dieci
anni più tardi, il 17 aprile 1989, dopo la svolta del marzo 1989 (la Bolognina)
Baffi riporta a Napolitano il suo pensiero: «Seguo con interesse il vostro
travaglio, auspicando un esito che ricuperi pienamente alla società
italiana ed europea tante forze intellettuali e morali oggi quasi ghettizzate
(e il vuoto si sente)».
Luigi Spaventa |
In un suo intervento del 2013 presso l’UniversitàBocconi, in occasione del ricordo di Luigi Spaventa, Napolitano disse
riprendendo Franco Debenedetti: “Spaventa contribuì
come nessun altro a liberare la sinistra italiana", suggerendole strumenti
concettuali più avanzati per l'analisi e il governo delle economie di mercato”.
Napolitano, politico di razza, è andato a ritrovare un
intervento del 1993 di Paul Volker, governatore della Federal Reserve dal 1979 al 1987, in cui -
nel centenario della nascita della Banca d'Italia - rimarcò quanto fosse
importante avere una banca centrale indipendente dal potere politico e al
contempo disposta a rendicontare il proprio operato all'opinione pubblica. E'
lo stesso pensiero di Baffi, propugnatore della "battaglia della
persuasione" con tutti gli stakeholder coinvolti.
Fregene si trova a Fiumicino, a due passi dall'aeroporto,
a un'ora da Roma, città in mano a Movimento 5 Stelle, che ha portato al Campidoglio Virginia Raggi, una persona clamorosamente inadeguata al ruolo,
incompetente ed arrogante.
Napolitano non fa nomi, ma depreca la
demagogia, il qualunquismo, base ideologica dei grillini, per i
quali "uno vale uno". Rifacendosi a Rousseau e al
"mito del buon selvaggio", tutti siamo uguali. Ma quando? Baffi,
Spaventa e Napolitano valgono 1000 a confronto con Di Maio, Raggi e Di
Battista.
Salvatore Rossi, direttore generale della Banca d'Italia, esordisce a braccio dicendo che il volume è molto ben scritto, come non mancano i riferimenti nelle numerose note: “Paolo Baffi non è stato solo governatore (1975-1979), ma un servitore dello Stato e della Banca d'Italia fin dal 1936".
Io avrei tante cose da dire, ma mi limito a due
considerazioni:
1.
Baffi deve essere riscoperto, non lo conosce nessuno. E’
un gigante, un vero padre della patria. Se non avesse scritto il rapporto
Jacobsson nel giugno 1947 con il capo della ricerca economica della Banca dei Regolamenti Internazionali, non si sarebbero riaperte le vie del credito
internazionale;
2.
Baffi è di una lucidità sorprendente. Nel giugno 1989,
grazie alla letture delle tavole demografiche, fece un quadro dell’immigrazione
in arrivo nel primo quarto del prossimo secolo, ossia oggi 2000/2025. Leggete un
po’ qui: “Le grosse coorti di nati nel ventennio
1945-1965 toccheranno l’età della pensione nel primo quarto del prossimo
secolo. In quel torno di tempo, sia l’indice di vecchiaia (vecchi/giovani) sia
l’indice di dipendenza degli anziani (vecchi/adulti) della popolazione
europea segneranno purtroppo una nuova impennata. […] Gli equilibri di mercato
non soffriranno dunque di un effetto di domanda, bensì di una possibile carenza
di offerta del fattore produttivo lavoro. In una condizione siffatta,
l’immigrazione si presenterà come un meccanismo riequilibrante, un innesto
naturale che sarà attivato dalle chiamate delle imprese produttive (e delle
stesse famiglie)”. Senza gli immigrati presenti nelle nostre industrie e senza
le badanti filippine per i nostri nonni dove andremmo a piangere?
B. Piccone e Alessandra Baffi |
Ricevo e pubblico:
RispondiEliminaDavvero complimenti, sei un esempio!
Buon lavoro
Daniela
Ricevo e pubblico:
RispondiEliminaComplimenti Benji per la tua presentazione a Fregene. Tributato il giusto riconoscimento al tuo fine lavoro di recupero e valorizzazione di persona rara e importante per l'Italia. Bel ritrovo di persone di grande valore. Un abbraccio, Leo
Ricevo e pubblico:
RispondiEliminaComplimenti!
Se l'Italia fosse stata all'altezza di diversi (non tutti) Governatori di Bankitalia...
Giuseppe
Ricevo e pubblico:
RispondiEliminaBravo!!!
Continua cosí!
A presto
Stefi
Ricevo e pubblico:
RispondiEliminaSono senza parole!!
Anziché essere noi della Biblioteca a ringraziare il Prof. Beniamino Piccone che ha dato a tutti noi l'occasione di organizzare una giornata speciale per rendere omaggio a Paolo Baffi e alla Famiglia (speciale
davvero) Baffi: Maria Alessandra, Giuseppina, Enrico, è il Prof. a dirci "grazie"!
La cronaca dell'evento non poteva essere scritta in modo migliore.
Trapela tutto il calore della serata, la partecipazione e l''attenzione del pubblico, il livello dei relatori.
Grazie a tutti voi e non perdiamoci di vista anche perché insieme siamo in grado di superare ogni prova, e siamo all'altezza di altri magnifici eventi.
Un abbraccio
Marina Pallotta
Ricevo e pubblico:
RispondiEliminaComplimenti! Sia per il libro ma anche per livello di persone a cui lo presenti.
Maurizio
Ricevo e pubblico:
RispondiEliminaComplimenti di cuore Beniamino.
Che dono la passione!
Buona vita.
Alessandra