Perché queste persone sono diverse? “Perché”,
scrive Candito, “sono incapaci di ricostruire ciò che hanno appena ascoltato, o
letto, o guardato in tv e al computer. La (relativa) complessità della realtà
gli sfugge, colgono soltanto barlumi…lampi di parole e di significati privi
tuttavia di organizzazione logica, razionale e riflessiva”. La lettera-denuncia
di 600 professori che lamentano la mancata conoscenza di lessico, grammatica e
sintassi degli studenti provenienti dall’istruzione superiore coglie nel segno.
Come si fa a vivere, in un mondo sempre più
complesso e competitivo, se non si comprende la realtà che ci circonda? Come si
può sperare di trovare un buon lavoro se non si sa fare di conto e scrivere una
lettera in un italiano, o inglese, corretto? Si fa un gran parlare di
disoccupazione, ma non ci si sofferma sulla drammatica incompetenza dei nostri
ragazzi, usciti da scuole sempre più contraddistinte dal lassismo. Non abbiamo
letto di recente che anche con delle insufficienze, purché la media complessiva
dei voti sia sufficiente, si viene ammessi
alla maturità. La produttività non può certo salire. Senza capacità di
pensiero, ci si mette molto più tempo per risolvere un problema. Si lavora a
vuoto. Spesso ci si lamenta di lavorare troppo, ma questo significa lavorare
male per tante ore. In tal modo, essendo la produttività un rapporto tra
“output” e “input”, la produttività scende.
Giovanni Giolitti |
Dall’Unità di Italia del 1861 abbiamo fatto enormi progressi. L’analfabetismo, soprattutto al Sud era altissimo. Solo nel 1911 il governo guidato da Giovanni Giolitti (legge Daneo-Credaro, n. 487) ha introdotto l’istruzione elementare.
Marco Vitale, nel raccontare l’esperienza di Don Luigi Sturzo sindaco di Caltagirone dal 1905 al 1920, ricorda come il Procuratore della Repubblica, inaugurando a Caltagirone l’anno giudiziario del 1894, propose l’abolizione dell’istruzione elementare, introdotta da Giolitti. Il Procuratore, decisamente reazionario, scrisse: “Il saper leggere e scrivere ha dato luogo a molti inconvenienti e, specie nelle corruzioni elettorali, alla rovina morale delle masse”.
Anna Maria Lusardi |
Ricevo e pubblico:
RispondiEliminaCaro Ben,
sarò conciso: "Italia, di dolore ostello, nave sanza nocchiero in gran tempesta".
Altro dir non vo. Lo Divino Poeta, nostro Duca, nella sua terzina, con sovrumana maestria, seppe condensare i mali italici.
Un caro saluto.
Il punzecchiatore