Ma qual è il ruolo dell’Authority per l’Energia elettrica e il gas? Pochi ne sono consapevoli. Molti ne ignorano addirittura l’esistenza.
Sul sito web http://www.autoritaenergia.it/ leggiamo: “L'Autorità per l'energia elettrica e il gas è un'autorità indipendente con funzioni di regolazione e di controllo dei settori dell'energia elettrica e del gas...I poteri di regolazione settoriale fanno riferimento alla determinazione delle tariffe, dei livelli di qualità dei servizi e delle condizioni tecnico-economiche di accesso e interconnessione alle reti, in servizi in cui il mercato non sarebbe in grado di garantire l'interesse di utenti e consumatori a causa di vincoli tecnici, legali o altre restrizioni che limitano il normale funzionamento dei meccanismi concorrenziali.
L'Autorità opera in piena autonomia e con indipendenza di giudizio nel quadro degli indirizzi di politica generale formulati dal Governo e dal Parlamento e tenuto conto delle normative dell'Unione europea in materia. L'Autorità formula osservazioni e proposte da trasmettere al Governo e al Parlamento, presenta annualmente al Parlamento e al Presidente del Consiglio dei ministri una relazione sullo stato dei servizi e sull'attività svolta.
L'Autorità ha il compito di "garantire la promozione della concorrenza e dell'efficienza" nei settori dell'energia elettrica e del gas, nonché "assicurare adeguati livelli di qualità" dei servizi".
Luigi Einaudi |
Spesso, è opportuno dirlo, il consumatore è pigro – per approfondimenti, si consiglia la lettura di R. Petrini, L’economia della pigrizia (Laterza, 2007) - per cui a fronte della possibilità di scegliere, l’italiano rimane avvinghiato a doppio filo con l'ex monopolista di turno, di cui è decisamente scontento. Ma finita la litanìa e il lamento, non segue mai l’azione conseguente, ossia l’anglosassone “votare con i piedi”, cioè cambiare e passare a un altro operatore.
Prosegue Ortis: “Una soddisfazione è constatare che in sette anni con la liberalizzazione ed una migliore efficienza del mercato elettrico, abbiamo portato a casa minori costi per i consumatori pari a 4,5 miliardi di euro l’anno e significativi miglioramenti della qualità del servizio, con risultati tra i migliori d’Europa”.
Nel suo ultimo libro Them and Us. Changing Britain. Why we need a fair society, il politologo inglese Will Hutton sostiene che il capitalismo vincente deve essere inteso in modo diverso dal capitalismo oligarchico e di relazione, dove le rendite sono la risultante finale. Nelle sue parole: “Capitalism is indeed the uniquely productive its proponents claim. But it must be the capitalism of the innovative entrepreneur operating in a competitive economy open to all the talents. All productive economies depend on entrepreneurship; but not all entrepreneurship is productive. Too often it is wasted on rent-seeking”.
Facciamo un auspicio. Che il prossimo futuro veda scomparire i disastrosi CIP6 (per chi non lo sapesse, il CIP6 è una delibera del Comitato Interministeriale Prezzi adottata il 29 aprile 1992, con cui sono stabiliti prezzi incentivati per l'energia elettrica prodotta con impianti alimentati da fonti rinnovabili e "assimilate") – che non dipendono certo dall’Authority ma dalla politica - di fatto sussidi ai petrolieri nostrani, che non ne hanno alcun bisogno. I consumatori ne fanno volentieri a meno, visto che il costo annuo in bolletta per il sistema Italia è di 830 milioni di Euro (Fonte: relazione annuale 2010 Autorità dell’Energia).
Nel caso dei CIP6, sembra di essere tornati nel Medioevo, quando – secondo le parole del nostro più grande storico Carlo Maria Cipolla – “Tramite la costituzione di corporazioni professionali si vieta l’accesso ai più e si difendono i privilegi dei propri membri”.
Va il nostro plauso all’operato di Alessandro Ortis che ha avuto il coraggio di compiere una battaglia durissima con ENI/SNAM RETE GAS al fine della separazione tra proprietà della rete e distribuzione in monopolio. L’ex Ministro Scajola – fino alle dimissioni legate alla vicenda dell’appartamento romano di Via del Fagutale alle spalle del Colosseo, pagato (su un totale di 1.5mio Euro) con 900mila euro forniti in nero dall’Architetto Zampolini (fiduciario del costruttore Anemone, parte della cosiddetta Cricca) – ha cercato di contrastare in tutti i modi Ortis. Non ce l’ha fatta.
che tempismo! appena un'ora prima della pubblicazione sul blog ho visto sulla Rai una breve trattazione della materia (durante la trasmissione super generalista di Cucuzza)
RispondiEliminasembra che il tema sia d'attualità,
mi viene da chiedermi come mai la Rai abbia puntato l'attenzione sull'argomento (???)
Andreas Copper