tag:blogger.com,1999:blog-6839316440958980063.post5626588074689889312..comments2024-03-08T05:43:28.914+01:00Comments on Faust e il Governatore: La storia di Adriano Olivetti dovrebbe essere meno edulcoratabeniamino picconehttp://www.blogger.com/profile/12782563564611807520noreply@blogger.comBlogger3125tag:blogger.com,1999:blog-6839316440958980063.post-65903172538551611392020-01-16T18:56:08.766+01:002020-01-16T18:56:08.766+01:00Ricevo e pubblico:
Caro Beniamino,
credo che, ...Ricevo e pubblico:<br /><br />Caro Beniamino,<br /><br /> credo che, a chi allora era a Ivrea o dintorni, fosse ben noto che Adriano Olivetti avesse avuto da pochissimo un figlio dalla babysitter di Lalla (Laura) che allora aveva 9 anni<br /><br /> E l'ictus su treno per Losanna lo ebbe mentre appunto andava a trovare il figlio neonato: altro che Cia!<br /><br /> Tuo<br /><br /> Lorenzo Enriques<br /><br />Anonymousnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-6839316440958980063.post-28724806204656022062020-01-13T12:29:49.076+01:002020-01-13T12:29:49.076+01:00BRAVO Fulvio.
Anche io, leggendo le carte di Medi...BRAVO Fulvio.<br /><br />Anche io, leggendo le carte di Mediobanca ho fatto le stesse considerazioni tue. Se l’Olivetti fosse andata avanti investendo pesantemente nell’Elettronica (ipotesi impossibile visto I debito dell’azienda e dei soci), avrebbe ulteriormente peggiorato la sua situazione.<br /><br />Beniaminobeniamino picconehttps://www.blogger.com/profile/12782563564611807520noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-6839316440958980063.post-22165063501295260742020-01-13T12:18:11.346+01:002020-01-13T12:18:11.346+01:00Ricevo e pubblico questo commento di Fulvio Coltor...Ricevo e pubblico questo commento di Fulvio Coltorti, che prende spunto da un articolo di Walter Veltroni su Mario Tchou di domenica 12 gennaio, ma in generale tratta dell'Olivetti, quindi è molto attinente:<br /><br />Articolo bello pur con un titolo tremendamente errato: “il pc dell’Olivetti e Mario, il genio morto a 37 anni”. Non<br />si parla infatti di personal computer (pc; per Olivetti il P101), ma di grandi calcolatori elettronici!<br />Veltroni (che probabilmente non è responsabile del titolo) ricorda la figura di Mario Tchou, il genio cinese che<br />Adriano Olivetti scelse per le sue iniziative nei calcolatori elettronici. Entrambi scomparvero senza aver potuto<br />realizzare il massimo delle loro aspirazioni. Adriano un’iniziativa politica con al centro le comunità e l’impresa<br />sociale, Mario un calcolatore elettronico che fosse il motore di un’industria nazionale ad alta tecnologia.<br />L’articolo è coinvolgente come tutte le storie misteriose e qui il mistero è il dubbio che Tchou sia morto in un<br />incidente automobilistico organizzato dalla Cia; questa avrebbe agito a difesa degli interessi americani<br />rappresentati dall’Ibm, leader incontrastata con oltre il 70% del mercato mondiale. Con la doppia scomparsa di<br />Adriano e Tchou (nel 1960 e 1961) l’impegno dell’Olivetti venne annullato, ma ciò accadde soprattutto per la<br />condizione fallimentare in cui era finita. Nel 1963 un gruppo di intervento coordinato da Mediobanca ne<br />organizzò il salvataggio e in tale ambito la Divisione elettronica (che fabbricava il calcolatore Elea) fu ceduta alla<br />General Electric. Tutti i retroscena del salvataggio sono stati svelati in occasione dell’apertura dell’Archivio<br />storico Mediobanca, alcuni giorni fa (si veda Giampietro Morreale, “Mediobanca e il salvataggio Olivetti”;<br />Mediobanca 2019). Nell’articolo di oggi si cita Carlo de Benedetti che riferisce come in Olivetti “tutti credevano<br />che fosse stata la Cia”. Altre voci “di corridoio” (inizio anni ’70, quando vi lavorai) attribuivano le sventure alle<br />“cattive” banche del gruppo di intervento.<br />Non vi sono prove dell’intervento della Cia (scrive Veltroni), mentre le azioni del gruppo di intervento sono state<br />definitivamente chiarite dai documenti pubblicati da Mediobanca. Voglio solo ricordare qui che la General<br />Electric, pur avendo acquisito le tecnologie Olivetti, dovette capitolare di fronte all’Ibm e nel 1970 (solo sette anni<br />dopo) cedette tutte le sue attività alla Honeywell, compresa la ex divisione elettronica Olivetti che divenne<br />Honeywell Information Systems italia. Difficile capire l’esito di decisioni alternative essendo impossibile<br />provarle. Ricordo solo un saggio di Rosario Amodeo, ex olivettiano, pubblicato nel 2009 in occasione del<br />centenario Olivetti (“Olivetti nella grande sfida internazionale dell’informatica”; Engineering in “Olivetti cento<br />anni”). Se il gruppo di intervento avesse lasciato la divisione elettronica in Olivetti (decisione peraltro osteggiata<br />dalla Fiat di Valletta) l’azienda di Ivrea sarebbe probabilmente tornata in condizioni critiche. Scrive Amodeo:<br />“Sarebbe ingiusto colpevolizzare la Fiat e il gruppo di intervento per questa decisione. La divisione elettronica in<br />effetti aveva tanti problemi… mentre nel ’59-’60 la tecnologia Ibm e quella Olivetti erano comparabili, a distanza<br />di pochissimi anni l’Ibm era approdata ad una indiscutibile superiorità tecnologica” e le sue innovazioni avevano<br />di fatto resi obsoleti gli Elea.<br />In tale contesto l’articolo di Veltroni ricorda giustamente il poderoso sostegno dello Stato americano all’industria<br />attraverso le commesse pubbliche, a fronte di un impegno praticamente nullo dello Stato italiano. Ancora oggi in<br />Italia molti si scatenano contro la politica industriale che non c’è; figuriamoci negli anni ’60… Ultima nota: il<br />P101, predecessore del pc, non fu venduto, ma rimase all’Olivetti perché la General Electric non lo trovò<br />interessante ai suoi fini.<br />Quanti errori!<br />Fulvio Coltorti (già direttore del Servizio Studi di Mediobanca)beniamino picconehttps://www.blogger.com/profile/12782563564611807520noreply@blogger.com