Mi ha sempre colpito la battuta del premio Nobel per l'Economia (1982) George Stigler: "Se non hai mai perso un aereo, significa che hai perso troppo tempo in aeroporto". L'ho sempre pensato, ma di recente un articolo della simpaticissima Lucy Kellaway - l'abbiamo già citata sul tema "worliday", le giornate mixate di lavoro e tempo libero, tipiche di oggi - sul Financial Times mi ha fatto ricredere.
Il 24 ottobre scorso Kellaway scrive: "Obama is right: being early has everything going for it. Being early makes you feel in control. It gives you the moral high ground. If you arrive first at a meeting, not only do you choose where to sit, you are also in a position to lord it over those arriving later".
Nelle giornate tempestose in cui non riuscite a fare quello che intendete fare, pensate a Kellaway e cercate di partire prima, così arrivate agli appuntamenti in anticipo. Non entrerete in ansia e dominerete la scena.
venerdì 27 gennaio 2017
venerdì 20 gennaio 2017
La scienza non è democratica. Bravissimo il prof. Burioni che su Facebook non discute con gli invasati
Roberto Burioni |
Burioni ha avuto il coraggio di stroncare i fabbricanti di bufale, presenti in forze sul web rete: "La scienza non è democratica, non va a maggioranza...le bugie e i ragni dei somari che affollano la Rete valgono meno di zero", ha postato su Facebook, raccogliendo valanghe di "like".
Alcuni siti nei giorni precedenti avevano pubblicato storie senza senso, sostenendo che l'aumento dei casi di meningite era dovuta all'afflusso di migranti dal continente africano. Burioni aveva risposto che in Africa non sono presenti i tipi predominanti di meningocco B e C (diffusi in Europa), bensì i tipi A, W-135 ed X.
Vale la pena leggere per intero il post su Facebook del prof. Burioni: "Preciso che questa pagina non è un luogo dove della gente che non sa nulla può avere un
Siamo nell'epoca del "winner takes it all". Cari ragazzi, studiate duramente, solo così avrete una chance in un mondo difficilissimo.
venerdì 13 gennaio 2017
Imboscati di tutta Italia unitevi! Pazzesco quanti sono i beneficiati della Legge 104
Alcuni italiani
vivono nel Paese dei Balocchi, dove c’è panna per tutti sul gelato pagato da
altri, non si lavora – ma si percepisce lo stipendio -, ci si lamenta dei
servizi pubblici, ma si fa di tutto per ledere i diritti altrui.
L’ultima polemica
– sollevata con merito da Repubblica,
che ha titolato in prima pagina l’8 gennaio “L’Italia degli imboscati” – vede protagonisti i dipendenti pubblici che abusano
della Legge 104 (approvata nel lontano 1992), che offre una serie di benefici
ai disabili gravi e ai loro parenti (i veri danneggiati da questo andazzo).
In un Paese
levantino come l’Italia dove non esiste il senso dello Stato, dove esiste il
familismo amorale - disegnato lustri fa in modo formidabile da Edward Banfield (“Le basi morali di una società arretrata”, 1961), dopo un soggiorno in
Basilicata – consentire a un lavoratore di prendere lo stipendio, senza che
venga fornita una controprestazione, ha dell’incredibile. Se un soggetto ha un
figlio disabile, occorre pagare l’assistenza. Non va fatta una compensazione,
tramite un danno alla Pubblica Amministrazione, e quindi al cittadino che paga
le tasse per avere in cambio un servizio decente. Gli abusi erano facilmente
prevedibili. E infatti eccoci qua nel 2017 a partecipare all’ennesimo scandalo
che dura lo spazio di un mattino.
A Milano – non a
Caltanissetta – ben 482 vigili urbani su 3.080, uno su sei, hanno presentato al
Comando della Polizia Locale un certificato medico che garantisce il “servizio condizionato”.
Traduzione: si sta in ufficio al caldo, senza uscire a dirigere il traffico
nelle giornate fredde di gennaio. Ha senso un rapporto tra agenti inabili e
agenti sani di questa portata? E l’Ordine dei medici ha qualcosa da dire?
Marco Ruffolo suRepubblica scrive: “A Palermo sono tuttora circa 400 gli “inidonei temporanei”
tra autisti che non possono guidare, netturbini che non possono spazzare le
strade, giordinieri che diventano improvvisamente portieri”. Ha ragione Pietro
Ichino: Gli abusi sono tutta colpag dei dirigenti che non vigilano”. Che
dirigente sei se non dirigi e controlli, se non motivi adeguatamente i tuoi
subordinati?
A Roma nel
settore sanitario si vive che è una bellezza. E’ qui che si concentra la
percentuale più alta degli esonerati da guardie, turni e contatti con i malati.
Uno su sette, secondo la Ragioneria Generale dello Stato, è svincolato. Senza
contare patologie, permessi e congedi parentali. Chi rimane a lavorare? I
gonzi.
Al San Camillo di
Roma, su 2.800 infermieri, sono ben 500 gli esonerati dal lavoro per il quale
sono stati assunti. Poi i sindacati hanno il coraggio di parlare di “carenze di
organico”. Facciamo lavorare chi c’è! Si invocano controlli, ma è come abbaiare
alla luna. Attendiamo con ansia di sapere che anche gli “imboscati” prenderanno
il premio al 100% per aver adempiuto con onore alle prestazioni previste dal
contratto di lavoro. Il sottosegretario nel precedente governo Davide Faraone –
con una figlia disabile – inveisce contro i “furbetti della 104”, ma sbaglia.
Non si tratta di una “legge di grande civiltà, immaginata per garantire le
tante persone che hanno bisogno”. Si tratta di un assist bello e buono per
tutti coloro che gridano contro l’evasione e poi stanno a casa con la scusa di
curare la “suocera non convivente”.
Aveva purtroppo
ragione l’insigne giurista Arturo Carlo Jemolo, che alla fine della guerra
capisce come il fascismo abbia lasciato nell’aria una “miseria morale” che
“residua nell’acidità meschina”, di quelli che “vogliono vedere la tara, il
sudicio, che avranno rancore ed avversione per le più alte figure”, senza
guardare al loro comportamento. “Non è il Paese che sognavo”, scrisse
mestamente Carlo Azeglio Ciampi, prima di andarsene all’altro mondo.
sabato 7 gennaio 2017
Mai un libro, un cinema, una mostra. Un italiano su 5 a completo digiuno di cultura. Votano anche loro.
L’Istituto
nazionale di statistica – Istat – ha rilevato il 2016 un anno record (conteggiando
quanto l’italiano spende in cultura, dati dal 1993 al 2016) per la partecipazione
culturale. In ogni caso la quota destinata alla cultura rimane sotto il 7%. Un po' poco.
Inoltre, ciò che deve preoccupare è uno zoccolo duro di italiani, il 18,6% della popolazione, che l’anno scorso non ha mai aperto un giornale, un libro, non è mai andato al cinema o a teatro. Neanche a ballare o allo stadio. Votano tutti, anche coloro che non aprono mai un libro nella loro vita (che tristezza, non sanno cosa si perdono!).
Quanti sono gli italiani che non riescono a comprendere un testo di media difficoltà? Milioni, secondo il compianto Tullio De Mauro,
Inoltre, ciò che deve preoccupare è uno zoccolo duro di italiani, il 18,6% della popolazione, che l’anno scorso non ha mai aperto un giornale, un libro, non è mai andato al cinema o a teatro. Neanche a ballare o allo stadio. Votano tutti, anche coloro che non aprono mai un libro nella loro vita (che tristezza, non sanno cosa si perdono!).
Quanti sono gli italiani che non riescono a comprendere un testo di media difficoltà? Milioni, secondo il compianto Tullio De Mauro,
serio e attento studioso del
fenomeno dell’analfabetismo di ritorno.
Umberto Eco, gigante del sapere
Sulla rete l’ignoranza
impazza. Del resto Umberto Eco diceva : “I social media danno diritto di parola a legioni di imbecilli che prima parlavano solo al bar dopo un bicchiere di vino, senza danneggiare la collettività”.
Buon Anno a tutti i miei lettori.